Il movimento per Siena denuncia l’assenza di politiche adeguate. "Non c'è stata una inversione di tendenza"
SIENA – Secondo Google e la sua società partner, Marketing01, il fatturato del settore turismo senese che passa attraverso il web è intorno al 60%. Dunque, i grandi aggregatori dell’offerta on-line (Booking, Expedia, ecc.) dominano il mercato, ma trattengono una fetta dei guadagni e livellano l’offerta sul prezzo, incidendo sulla qualità degli arrivi. Questa fotografia il movimento Per Siena l’aveva fatta già in campagna elettorale, con proposte mirate per innalzare la qualità delle presenze. Nel frattempo, non c’è stata una inversione di tendenza. Come evidenziano gli eventi natalizi copiati da Arezzo, si continua a mettere sotto il tappeto un patrimonio culturale enorme, facendo vincere la mediocrità. Inevitabilmente, un’offerta superficiale e omologata ha il suo pubblico, e ne allontana un altro. Non sorprenda, quindi, se le statistiche dicono che la spesa giornaliera media, da parte dei turisti, è in picchiata. Mancano i progetti. Eppure, molti anni fa le Apt, dopo aver creato un unico brand provinciale (Terre di Siena, ora ridotto a un ambito territoriale molto più piccolo) iniziarono definire il protocollo per un turismo sostenibile. Realizzarono una card che veniva inviata gratuitamente dopo la firma di un “patto di cittadinanza”.
Gli ospiti, in cambio di alcuni privilegi, si impegnavano a condividere e conoscere lo stile, il patrimonio di tradizioni e cultura del territorio, a interagire con un’offerta evoluta. La chiusura delle Apt ha segnato la fine del progetto e, ancor peggio, ha rappresentato l’unico tentativo di una regia provinciale sul turismo. In ogni caso, cambiando i paradigmi si può modificare la valenza economica e culturale di una città. Si possono selezionare nicchie di viaggiatori e farle interagire con i senesi, magari mettendole in relazione con la vita di Contrada, in un rapporto educativo e rispettoso. I numeri delle presenze alla fine potrebbero essere gli stessi, ma con risultati totalmente diversi, e non solo dal punto di vista economico: enfatizzare la conoscenza e il confronto, a discapito della rapida visita guidata, può sconfiggere la diffidenza animalista verso il Palio. Analogamente, un conto è spettacolarizzare, come fossimo a Disneyland, le bellezze della Cattedrale, un altro è creare esperienze e didattica intorno al patrimonio cultuale. Basterebbe una card intrisa di proposte, agevolazioni, aperture privilegiate, eventi, per trattenere gli ospiti per più di una notte, magari utilizzando la città come base per visitare le campagne, e non viceversa. Ma occorrerebbe un rinnovato patto con il viaggiatore consapevole: se resti più a lungo, avrai delle esperienze straordinarie, al giusto prezzo. Se vincono altre logiche, e se continuiamo ad abbassare il livello tra feste mascherate, Befane, villaggi di Babbo Natale, l’annuncio di sfilate di moda o di un palazzo incartato dall’artista Christo, allora ci meritiamo l’attuale decadenza.
RispondiInoltra
|