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SIENA. Da Per Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Dopo aver assistito alla conferenza stampa in Comune, abbiamo la certezza sconcertante di essere al fronte. E mentre ci chiediamo spaesati, alla stregua del soldato Edward P. Train, da dove provenga questo grande male e come abbia fatto a contaminare il mondo della scuola, come Rudyard Kipling ci accorgiamo che il confine tra lucidità e follia a volte è davvero sottile.
Caro Sindaco, noi restiamo lucidi, per fortuna nessuno è in guerra. Stiamo solo affrontando una lunga pandemia, come tutto il resto del mondo, e avevamo avvisato molte volte sulla criticità nelle scuole. Da mesi andiamo dicendo che la scuola è il luogo più fragile e più importante da monitorare. Il ritardo della decisione di chiusura, che giunge oggi come la sconfitta di una discutibile gestione amministrativa, è stato giustificato con l’attesa e la raccolta dei dati. Sorprende che i dati arrivino solo ora, dopo che genitori, insegnanti e comunità scolastica si sono mobilitati autonomamente per far fronte ad una situazione insostenibile. Guarda un po’, solo oggi scopriamo che le famiglie, la sanità, le scuole avevano bisogno di respiro, di tracciamenti efficienti, di sinergie amministrative e magari tra qualche giorno ci accorgeremo pure che mancano spazi, vaccini, trasporti e attività giovanili per contenere il disagio e i suoi effetti.
Chi manderà per noi, caro Sindaco, a monitorare la prossima volta che Le tornerà in mente il celebre versetto di Isaia (“Va’, o mio popolo, entra nelle tue camere, chiudi le tue porte dietro a te; nasconditi per un istante, finché sia passata l’indignazione”)? L’Assessore alla sanità, con la lista delle classi in quarantena scritte su un appunto e fornite solo ieri dall’Ufficio di igiene? Allora magari le ricordi che non raccogliere i dati sulle scuole elementari e le materne è stato un grave errore, perché queste varianti del virus viaggiano veloci proprio tra più piccoli, e la famiglia è un microcosmo con fragili tasselli che cadono come un domino se non sono tenuti in ordine. Nonni e bambini sono in contatto permanente quando i genitori lavorano. Ci ha pensato? Nel caso in cui l’Assessore all’lstruzione le risponda: “Manda me”, ebbene, lo avverta prima. Sappia che i protocolli per correggere gli errori delle famiglie, a scuola li conoscono a memoria, dove sapevano talmente bene che le quarantene avrebbero impattato sull’indotto che hanno dovuto chiedere la dad alle dirigenze scolastiche per disperazione, e ad appellarsi al Prefetto. Azzerare l’impatto quando la situazione precipita questa sì, è pura follia, non è guerra. Se mai dovesse intervenire l’Assessore alle politiche giovanili, di grazia, la rassicuri, i punti d’incontro i nostri giovani se li sono inventati giorno per giorno come e dove hanno potuto, non hanno bisogno di gendarmi per ritagliarsi un briciolo di socialità. Piuttosto, ci vogliono strutture, progetti decenti, attività di intrattenimento serie perché i trenini e le ruote panoramiche non possono bastare, evidentemente.
Un ultimo consiglio spassionato: non andiamo a cercare le falle nelle articolazioni dello Stato ogni volta che dobbiamo amministrare una piccola città: prendiamoci le responsabilità volta per volta e tutti insieme, cerchiamo di fare meglio così non sarà necessario ammettere, per citare il tenente Col Tall e Staros, che abbiamo ragione. Lo diamo per scontato!