"Da dove viene il paranoico bisogno di controllo armato espresso dalla maggioranza durante l’ultima seduta?"
SIENA. Da Per Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Era il 52 a.C. quando il tribuno Milone fu accusato di omicidio; il clima nella Roma repubblicana era tesissimo, la città era inter arma, in balia di una guerra tra bande. Il potere del Senato debolissimo e tra trame, uccisioni e sospetto, si preparava la guerra civile. Cicerone pronunciò l’orazione in difesa dell’accusato, sostenendo, con la famosa massima, la legittimità del diritto di autodifesa in caso di illegalità e disordine.
Silent enim leges inter arma
(In mezzo alle armi, tacciono infatti le leggi)
I nostri tempi, nella piccola Siena, paragonati a quelli della Roma del primo secolo a.C., godono di assoluta tranquillità. Eppure, anche se il Prefetto lo riconferma pubblicamente, in Consiglio comunale, le cose sono descritte in modo diverso. Da dove viene il paranoico bisogno di controllo armato espresso dalla maggioranza durante l’ultima seduta? Come si giustificano le crociate retoriche e anacronistiche contro i mala tempora da arginare con l’approvazione dell’armamento della municipale?
Ragioniamo dunque. Era il 7 marzo 2024. L’assessore Tucci dichiarava alla stampa, rispondendo all’interrogazione della capogruppo Mazzarelli in merito a furti in appartamenti e sporcizia cittadina, che Siena fosse città sicura, con tanto di dati e classifiche alla mano. Addirittura, ultima in classifica in Toscana per questo reato. Aggiungeva, per rassicurare, che sarebbero arrivati in dotazione 15 militari per favorire maggiore integrazione tra municipale e forze dell’ordine. Tutto sotto controllo dunque. A onor del vero proprio tutto non si può ancora dire: la sporcizia resta ma almeno Siena è una città sicura. Veniamo al 7 novembre. A distanza di pochi mesi, l’assessore ci ripensa. Basta che il gruppo consiliare Le Biccherne presenti una mozione sull’armamento della Polizia municipale e Siena diventa improvvisamente meno sicura. L’urgenza delle armi “difensive” per il Corpo degli ex vigili urbani serve a garantire maggiore sicurezza e risposta tempestiva in situazioni di rischio, Scenario inter arma, per intendersi. L’integrazione tra municipale e forze dell’ordine, il presupposto del coordinamento, va a farsi benedire. Servono le pistole! Silent enim leges.
Di quali rischi si tratti e sulla base di quali dati, non è dato discutere. D’altronde, in Consiglio la maggioranza, per far passare la proposta, ha affermato che la richiesta di armi sia partita proprio dagli ex vigili urbani. È il diritto all’autodifesa! Come se fossimo in balia di bande armate. Davvero tutti gli agenti della municipale si sentirebbero più sicuri con il cinturone e la pistola nella fondina? Si assumerebbero a cuor leggero il rischio di custodire l’arma, di gestirla e di sfoderarla a sangue caldo, potendo diventare bersaglio di reazioni scomposte o pericolose? Senza alcuna testimonianza dei diretti interessati, in Consiglio c’è stato chi, scivolando nelle sabbie mobili del pantano ideologico, ha associato al “rischio migrante” la diminuzione della percezione di sicurezza (Peluso) e chi si è dilungato in oziose digressioni su multiculturalità e multietnicità, per arrivare ad asserire che, visto il cambiamento culturale e dei valori, mantenere equilibrio tra apertura e protezione, significhi, senza tante esitazioni, armare la municipale. (Falorni) Scontata la risposta delle minoranze; a chi ha affermato che “il multiculturalismo è letale e va combattuto”, come d’uopo, si è risposto per le rime.
A noi resta da capire quali siano le reali esigenze dei cittadini. Vogliono la municipale armata? Ne sentono davvero il bisogno? Veniamo ai compiti che dovrebbero svolgere gli agenti della municipale. Secondo il movimento Per Siena occorre creare un sistema sicurezza disegnato sulle necessità del cittadino: questa è una delle priorità del movimento Per Siena. Obiettivi sono la sicurezza integrata, lo scambio informativo e logistico-operativo tra le forze di polizia finalizzate a garantire il decoro urbano, la fruibilità del territorio nonché l’inclusione sociale. Seguendo le recenti normative, serve allora dare piena efficienza a un “tavolo” o “gruppo” per il coordinamento comunale della sicurezza urbana che coinvolga più parti: oltre le forze di polizia anche associazioni di categoria, gruppi di cittadini, finanche sindaci dei comuni limitrofi, scuole, associazioni di volontariato, nell’ottica di una completa attuazione del concetto di “area vasta”. A tale organo compete il compito di affiancare progetti di riqualificazione della polizia locale, promuovendone la formazione in ragione dell’effettivo impiego: dalle necessità quotidiane sino all’introduzione di brevi sessioni informative sulla psicologia e comunicazione nelle relazioni con particolari categorie di utenti.
Sul presidio del territorio, Per Siena intende valutare l’impiego di mezzi idonei (camper-ufficio mobile) da far stazionare per periodi prolungati presso i punti nevralgici del territorio ed in modo tale da garantire la migliore condizione operativa per gli agenti coniugata alla migliore visibilità e fruibilità da parte dei cittadini in ottica preventiva e repressiva (facilitare il contatto tra gli utenti e la Polizia locale in attuazione del concetto di prossimità). Bisogna prevedere una fidelizzazione del rapporto cittadino-polizia locale mediante l’istituzione del vigile di quartiere, impegnato sul fronte della raccolta di notizie info-operative utili nella materia di cui si tratta. In questo contesto è necessario impegnarsi sul fronte degli strumenti da porre a disposizione della polizia locale, ad esempio garantendo agli operatori l’accesso alle banche dati gestite dal Ministero degli interni (attualmente negata, con gravi ripercussioni sulla sicurezza dei controlli). Infine occorre proseguire sul programma di installazione delle telecamere per la sorveglianza urbana e la sostituzione degli apparecchi meno efficaci con altri di nuova generazione e maggiori potenzialità suggerisce, inoltre, prudenza e verifica delle reali necessità per la donazione con massimo rigore nei regolamenti che l’amministrazione dovrà predisporre in materia di uso delle armi affinché non si metta a repentaglio inutilmente l’incolumità degli agenti e degli altri, provocando più danni che benefici”.