Mazzini parla del 1965, quando il centro storico divenne tabù per le auto
di Augusto Mattioli
SIENA. Pedoni a sinistra. Basta alzare un poco gli occhi in via Banchi di Sopra per vedere al muro degli edifici vecchie targhette con il consiglio di passeggiare a sinistra. Che non riguarda i senesi e i turisti di oggi, ma quelli prima del 1965 quando per il centro della città passavano bus del servizio pubblico, auto, perfino camion, se ben ricordiamo. Per chi andava a piedi un vero pericolo quello di strade strette invase dai vari mezzi a motore.
Il 1965 fu l’anno della svolta perché l’allora giunta presieduta dal comunista Fazio Fabbrini (e di cui facevano parte anche i socialisti, incerti se restarci o meno), decise di istituire nella città una zona blu, vietata ai mezzi a motore. Fu la prima in Europa, una vera rivoluzione che fu vista con molto interesse anche all’estero
“Un tema appassionante”, ricorda Augusto Mazzini,che si era laureato da poco in architettura,l allora assessore all’urbanistica. Ma anche fonte di forti polemiche soprattutto da parte di quelle categorie che si ritenevano danneggiate dalla decisione. In primis i commercianti aderenti alla Confcommercio e anche alla più di sinistra Confesercenti. Ovviamente contrarie le opposizioni ma anche qualcuno, a quanto pare, anche all’interno del Pci. E non mancarono manifestazioni eclatanti di protesta che non fermarono alla critica del progetto. Aggiunge ancora Mazzini.“Achille Neri che sosteneva l’idea aveva fatto uno studio per conto di Italia nostra su vari progetti in altri paesi. Noi che eravamo giovani (avevo 26 anni), compreso il sindaco Fabbrini che aveva allora una quarantina tenemmo duro e, nonostante le proteste, decidemmo alla svelta, anche perché la giunta comunale traballava con il partito socialista che dava un appoggio limitato.
Si trattava di un progetto che si basava su uno studio serio prevedendo di liberare il centro, piazza del Campo (allora un vero e proprio parcheggio ndr) , le dorsali. Fabbrini, a Vittorio Meoni, a Bruno Guerri, allora assessore al traffico si dettero da fare molto per difenderlo. ”La giunta poi cadde nel luglio del 1966 e arrivò il commissario prefettizio Guido Padalino. E il progetto rischiò di abortire. Dopo il commissario ci fu un periodo di incertezza politica, seguito alle elezioni comunali del 1968 che si chiuse (dopo tre diversi sindaci Canzio Vannini, Lelio Barbarulli e Luciano Mencaraglia), con l’arrivo nella carica di sindaco di Roberto Barzanti. Era il 2 dicembre del 1969. Il progetto che riprese vigore.
Con il passare degli anni da quella prima zona blu si è passati ad una ztl che interessa tutta la città compresa dentro la cerchia delle mura. Ma il problema traffico è sempre molto attuale: “Il quadro generale – osserva Mazzini – rispetto ad allora è molto cambiato. Nel centro storico abitano meno persone, ci sono più attività commerciali, e l’uso dell’auto è aumentato. E in altre zone della città la pressione del traffico è molto forte. Le auto sono numerose e il servizio pubblico non riesce a disincentivare l’uso del mezzo privato”. Nel 1965 Siena comunque riuscì a sorprendere e far discutere su un tema che in anni successivi è stato sempre al centro del dibattito.
“Oggi – aggiunge l’architetto – dovrebbe ancora sorprendere, dovrebbe riuscire ancora ad inventare, trovare nuove energie”. Speriamo, vista la sua crisi.