"Vicini ai lavoratori e alla loro preoccupazione"
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SIENA. «L’abbandono di Beko, riconfermato al tavolo del ministero, rischia di rappresentare la pietra tombale sul futuro di 299 lavoratori e delle loro famiglie. Non possiamo che condividere la preoccupazione dei lavoratori: la loro lotta è e continuerà ad essere la nostra e quella della città». Lo afferma Rossana Salluce segretaria dell’Unione comunale del Pd Siena, sottolineando come «il quadro sia purtroppo sempre più drammatico sul futuro delle lavoratrici e dei lavoratori dello stabilimento di viale Toselli».
«Prima gli annunci roboanti sul Golden power e poi la presa d’atto dell’inutilizzabilità dello strumento. A seguire le questioni legate alla proprietà dello stabilimento agitate come spettro che, da quanto invece emergerebbe, non hanno mai rappresentato un tema per la proprietà e hanno costituito, al contrario, l’alibi per iniziare a parlare di spacchettamento dell’attività industriale con la conseguenza del venir meno del carattere unitario e nazionale della vertenza: un passo indietro che oggi viene purtroppo certificato».
«L’unità delle forze sindacali, politiche e istituzionali, finora, aveva consentito al territorio di parlare in modo univoco, pur in assenza di una politica industriale del governo, nel chiedere rassicurazioni sulla prosecuzione dell’attività industriale anche successivamente al 31 dicembre 2025. Oggi, cosa rimane della profonda soddisfazione della sindaca di qualche giorno fa, delle interlocuzioni privilegiate che il Comune ha avuto in queste settimane con un governo amico puntualmente smentite dal tavolo convocato dal Ministro? È del tutto evidente che c’è un problema di rappresentanza e ci verrebbe da pensare che l’autorevolezza della Sindaca Fabio non sia poi stata così riconosciuta per salvaguardare Siena all’interno della vertenza».
«Il Partito democratico – conclude la nota – è al fianco dei lavoratori e supporta l’azione dei sindacati. In quella che doveva essere e doveva rimanere una vertenza unitaria a livello nazionale, non accettiamo che vi siano lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Noi continueremo a chiedere la continuità della produzione fino a che un progetto industriale garantirà il futuro produttivo del sito e la dignità a 299 lavoratrici e lavoratori. E su questo è tutto il territorio che chiede al Governo impegni concreti e precisi».