Per Confronti non è il momento di vendere la partecipazione pubblica
SIENA. Dall’associazione Confronti riceviamo e pubblichiamo.
“Ha ragione un autorevole giornalista di stanza a Siena: le troppe parole in libertà di queste settimane su MPS nuocciono alla banca. Aggiungiamo: forse anche le sue.
Le troppe parole fanno male alla quotazione del titolo. Lo stiamo vedendo. Peggio, però, lo fa avere collocato in borsa un flottante esiguo, dunque di per sé esposto a grandi volatilità. Che bruciano l’investimento pubblico, anche in presenza di gestioni caratteristiche in crescita e di tutto rispetto.
Non è il momento di vendere la partecipazione pubblica del Monte. Men che mai per avere liquidità con cui alimentare la manovra finanziaria alle porte. Non lo sarà neanche nel 2024, con mercati ancora alterati dalla guerra e da una inflazione a cui, lo vediamo, la BCE non è in grado di dare soluzione. Se ne faccia una ragione la Commissione Europea.
Magari, invece, sarebbe il momento di statalizzare tutto il capitale della banca, con un investimento che, stante l’ottima gestione in corso, in un lasso di tempo predeterminato (e non troppo lungo) si recupererebbe, rivalutandosi e colmando, anche, parte delle ingenti perdite che in questi anni l’investimento pubblico ha subito dagli andamenti borsistici.
Una parola, invece, sarebbe necessaria: quella del Sindaco, che ha l’imperativo – visto il ruolo affidatole – di difendere autonomia e senesità del Monte. Un valore, entrambe, per un mercato italiano del credito realmente competitivo e concorrenziale. Sicuro beneficio per cittadini e imprese”.