SIENA. “Oggi, lunedì 13 Maggio, anche noi del Comitato Palestina Siena abbiamo deciso di unirci alla mobilitazione delle Acampade nelle università. Questa mobilitazione, che si sta espandendo a macchia d’olio, ha ormai raggiunto una dimensione internazionale. Dagli Stati Uniti alla Francia, dalla Gran Bretagna alla Spagna fino ad arrivare a numerose università italiane, gli studenti hanno deciso di opporsi alla complicità che le istituzioni democratiche, fra cui quelle universitarie, hanno con l’attuale genocidio in corso e con decenni di occupazione coloniale e apartheid perpetrata dall’entità sionista ai danni del popolo palestinese.
Le contraddizioni e il doppio standard dei governi e delle istituzioni democratico-occidentali è ormai palese a gran parte della popolazione e la natura imperialista del progetto sionista in Palestina non si può più nascondere con la menzogna dell’ “unica democrazia del Medioriente”.
Qui su Siena, come Comitato lavoriamo ormai da oltre 7 mesi in supporto e solidarietà con il popolo e la resistenza palestinese. Raccolte fondi, controinformazione e mobilitazioni sono gli strumenti di cui ci siamo dotati per portare anche qui sul nostro territorio un tema non più eludibile: il mondo sta cambiando nel peggiore dei modi e la Palestina vive ora più che mai questa brutalità inaccettabile. E’ nostro compito utilizzare i mezzi a nostra disposizione per dire ad alta voce che ci opponiamo alla guerra che l’occidente sta portando avanti attraverso il regime sionista.
Siamo sicuri che il boicottaggio accademico sia uno strumento privilegiato per mettere pressione e impedire a Israele di perpetuare lo stato d’oppressione attuale, così come ci fu mobilitazione generalizzata e boicottaggio istituzionale e culturale per l’apartheid in Sud Africa così deve essere per l’apartheid israeliana.
Per ben due volte abbiamo presentato in Senato Accademico dell’Università degli Studi di Siena una mozione per la rescissione degli accordi che l’Università intrattiene con le Università israeliane, con le aziende israeliane coinvolte nell’apartheid e con le aziende legate alla filiera bellica; entrambe le volte la mozione è stata bocciata. Inoltre, a seguito del Senato Accademico del 15 dicembre il Senato stesso si espresse con una nota pubblica in cui dichiarava che L’Università “si impegna a riconsiderare nel merito gli accordi in essere con le università israeliane”. A tali dichiarazioni non ha fatto seguito nessun fatto concreto.
Per quanto riguarda l’Università degli Stranieri di Siena, il rettore Montanari ha declinato il nostro invito a un dialogo, chiudendo così ermeticamente le porte al dibattito.
Crediamo che per l’Unisi e l’Unistrasi non sia più possibile eludere quello che sta succedendo in Palestina: oltre 34 mila essere umani uccisi, 1 milione e 700 mila civili sfollati, bombardamenti su obiettivi principalmente civili e religiosi come ospedali, scuole, università, chiese, moschee e abitazioni.
Unisi e Unistrasi non possono più voltare le spalle a una mobilitazione oceanica e capillare che richiama direttamente al grande movimento di lotta che caratterizzò gli anni della guerra in Vietnam. Gli strumenti in mano alle istituzioni sono due: o il dialogo, come avvenuto al Trinity College di Dublino, dove in data 8 Maggio l’accampamento è terminato, perché raggiunto un accordo con l’istituzione universitaria, o la repressione, come sta avvenendo negli Stati Uniti, la più importante delle democrazie occidentali, in cui centinaia e centinaia di studenti, ricercatori e docenti sono stati arrestati e continuano a essere arrestati ogni giorno, perché protestano pacificamente contro un genocidio in corso.
Per questo motivo chiediamo un incontro pubblico col rettore Di Pietra e il rettore Montanari in data 15 Maggio alle 18.30, anniversario della Nakba, qui all’Acampada al Polo Mattioli dell’Università di Siena”.