La cooperazione tra forze di polizia internazionali ha permesso di di scoprire il traffico illecito
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SIENA. È cominciata nella notte ed è tuttora in corso una vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Siena che, coadiuvati dalla Polizia Nazionale Bulgara, stanno dando esecuzione fra Italia e Bulgaria a nove Mandati di Arresto Europei (MAE), su sedici indagati complessivi per associazione per delinquere, furti e ricettazioni.
Viene così disarticolato un ben organizzato sodalizio criminale, composto per intero da cittadini del Paese balcanico, che ha compiuto nel nostro Paese una serie di furti in capannoni industriali, in tutto il Centro Nord d’Italia e sulla costa adriatica, ricostruiti con un certosino lavoro dai militari dell’Arma senese. Interi tir di refurtiva finivano in Bulgaria, dove tali materiali, spesso ad alto valore tecnologico, venivano ricettati.
L’indagine, iniziata circa un anno fa, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena e la collaborazione con Magistratura e Polizia Bulgara si è realizzata attraverso il canale Eurojust, l’organismo di coordinamento fra le magistrature del vecchio continente, con sede all’Aja.
Stamattina presso il Comando Provinciale dei carabinieri di Siena alle ore 11.00, si terrà una conferenza stampa che vedrà la partecipazione di rappresentanti della locale Procura e ufficiali dell’Arma, mentre, in videoconferenza interverranno dall’Aja magistrati italiani e bulgari, nonché, da Sofia, il Comandante della locale Polizia. Verranno forniti ampi dettagli sull’operazione, su fasi rocambolsche delle catture, sul recupero di molta refurtiva e sui meccanismi di coordinamento adottati in fase di esecuzione dei provvedimenti.
Aggiornamento
L’associazione per delinquere finalizzata ai furti e alle ricettazioni di preziosi materiali tecnologici, composta da cittadini bulgari, disarticolata nella notte da un’azione congiunta dei Carabinieri della Compagnia di Siena e, tramite Eurojust, organismo di cooperazione delle magistrature del vecchio continente, dal concorso nelle catture (nove su sedici indagati), fornito in Bulgaria dalla Polizia locale, attraverso inedite procedure di collaborazione, ha mostrato – anche nelle ultime ore della propria operatività – una capacità enorme di muoversi sul territorio italiano, attraverso l’utilizzo di numerosissimi automezzi “puliti” e supporto logistico fornito da connazionali più o meno inconsapevoli, in numerose località del centro nord d’Italia.
I malfattori hanno ancora dimostrato un’operatività eccezionale, ma questo non ha consentito loro di sfuggire all’arresto. Si accontentavano di pochissime ore di sonno ed erano in continuo spostamento dall’una all’altra delle numerose basi delle quali disponevano. Compiuti i furti, si spostavano immediatamente in Bulgaria col bottino realizzato, dai porti di Ancona e Brindisi o via terra dai confini friulani e giuliani. La loro presenza in Italia, fugace e molto dannosa per gli imprenditori colpiti, si trasformava regolarmente, anche nell’ultima notte, in una maratona permanente, con cambio frequente di mezzi di trasporto che ha costretto i militari dell’Arma senese, in occasione delle catture per “Mandato di Arresto Europeo”, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena (PM De Flammineis), ad uno sforzo enorme per la loro localizzazione, mediante classici pedinamenti e varie tecnologie GPS. Cambiare continuamente basi operative, rifugi e mezzi per il trasposto di persone e refurtiva, costituiva per l’organizzazione un modus operandi costante, indefettibile, attraverso il quale sfuggire all’azione di contrasto delle forze di Polizia su quasi tutto il territorio nazionale, in particolare centro nord d’Italia e costa Adriatica.
Partendo da alcuni colpi compiuti nel senese, in particolare a Rapolano Terme e Monteriggioni, i carabinieri di Siena sono riusciti a trovare il bandolo della matassa e intraprendere un monitoraggio difficile e intenso, che ha condotto alla raccolta di tutta una serie di elementi oggettivi, prove che hanno inchiodato alle loro responsabilità i componenti del sodalizio. La pandemia in corso li ha poi costretti in Patria nei primi mesi dell’anno, allorché si è consolidata l’azione di coordinamento di Eurojust ed è maturata l’idea di andarli a catturare il Bulgaria tramite MAE, come poi in parte è avvenuto attraverso l’azione sinergica delle varie componenti istituzionali europee. Una grande parte della refurtiva recente è stata localizzata in Bulgaria in un capannone industriale e qualcosa in Italia, la polizia bulgara he messo in campo un gran numero di squadre operative, impiegate in perquisizioni in varie località del Paese balcanico, unitamente a reparti speciali di polizia.