
SIENA. Da SiSolidal ricceviamo e pubblichiamo.
“Il 12 Aprile saranno esattamente 5 mesi che tra 40 e 50 richiedenti asilo dormono nella sede di Siena di Rifondazione Comunista in Via Mentana. I due giorni precedenti erano stati ospitati da PD e Circolo Arci Centro. Altrettanti sono, da molto prima, ospitati nei due dormitori della Caritas, gestiti in collaborazione con la Cooperativa Sociale Pangea. Una quindicina sono in strada del Palazzetto, ospitati dal Comune.
Da due anni, ma in modo ancora più eccentuato negli ultimi 5 mesi, chi ha l’obbligo di legge di trovare soluzioni cerca invece ogni sorta di scappatoia per non assumersi le proprie responsabilità.
Il Partito di Rifondazione, nel suo enorme gesto di generosità, aveva fin da subito comunicato che non sarebbe riuscita a sostenere questo sforzo oltre marzo. Uno sforzo non solo economico, ma anche di privazione dei suoi spazi di confronto e di lavoro.
Al Palazzetto ci sono un paio di posti liberi, ma non disponibili, perché il Comune ha bisogno di chiudere al più presto, come annunciato.
Questa situazione non è più sostenibile. Come ha dimostrato il dottor Schiavone, presidente CIS – Consorzio Italiano Solidarietà – e già vicepresidente di Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), siamo lontani dalle normative vigenti in Italia. In questi ultimi giorni la questura chiede la lettera di ospitalità a chi vive nei dormitori o per strada per far formalizzare la domanda d’asilo. Un abominio civile e legale.
Ovviamente è già cominciato e prospera il mercato delle dichiarazioni di ospitalità fittizie a pagamento, che favorisce speculazioni illecite. Il caporalato è felice di vedersi servite tutte queste braccia a basso costo e senza tutele che, oltretutto, spiazzano il lavoro regolare e le aziende oneste. Viene alimentato un contoterzismo scorretto, che fornisce alle aziende senza scrupoli nuovi “schiavi”, ricattabili perché abbandonati dalle stesse istituzioni. A danno delle aziende serie e professionali e a elusione del diritto del lavoro. La mala impresa ringrazia. E’ impossibile risolvere questa situazione senza la volontà della parte istituzionale.
Anche qualora fosse vero che non ci sono posti vuoti nei CAS, la responsabilità di trovare soluzioni, è ancora della Prefettura locale, la quale potrebbe anche fare un interpello ministeriale chiedendo il trasferimento dei richiedenti su altro territorio o trovare altre soluzioni come per tutte le “emergenze”.
Quale è la verità?
Ministero e Prefettura sono in filo diretto, devono chiarire, se non ai comuni cittadini, almeno all’amministrazione comunale.
Altro scottante tema riguarda i titolari di protezione internazionale i quali dovrebbero essere collocati all’interno del sistema SAI (Sistema Accoglienza e Integrazione), gestito direttamente dagli enti locali con i fondi ministeriali, che aiuterebbe a gestire il fenomeno invece che farlo diventare un problema. Un problema e non una risorsa. Invece chi ha ricevuto lo “status” dalla Commissione Territoriale, che è il braccio operativo competente del ministero, con un atto della Prefettura (sempre parte del Governo), dalla sera alla mattina si ritrova senza alloggio e senza sostegno di nessun genere, costretto ad accomodarsi nei parcheggi cittadini.
Ottimo lavoro e ottimo uso delle risorse pubbliche, la criminalità organizzata di etnia nostrana ringrazia. Siamo ancora convinti che questo agire sia finalizzato a generare maggiore sicurezza? Lasciare prive di ricovero persone con certificate fragilità psichiche, disabili al 70%, ammalati di tisi antibiotico-resistente (tutti intercettati dal volontariato sociale) è un modo per tutelare noi residenti?
Ci sentiamo davvero più protetti da questo disimpegno caparbio doloso o colposo?
Parliamo di diritti, non di concessioni. Di leggi, non di carità .
Tra una settimana ci saranno almeno altri 40 richiedenti asilo presumibilmente nei parcheggi come 3 anni fa. Vogliamo fare in modo di intervenire oppure per il terzo anno ci sentiremo raccontare di ondate impreviste di clandestini?”.