Il magistrato sta per lasciare il posto di procuratore ad Andrea Boni

di Augusto Mattioli
SIENA. Entro giugno-luglio o al massimo dopo l’estate cambierà il vertice della Procura della Repubblica di Siena, oggi guidata come facente funzione da Nicola Marini. Il magistrato ha retto l’ufficio per due anni e otto mesi, da quando nel 2021 Salvatore Vitello (la cui gestione è stata contrassegnata dal drammatico caso di David Rossi), si è trasferito a Roma come avvocato generale della Corte di Appello.
Il titolare sarà Andrea Boni, nominato di recente dal Consiglio Superiore della Magistratura, alla guida da sette anni della procura di Urbino e prima ancora sostituto procuratore a Montepulciano e quindi a Siena.
Marini, che per trent’anni ha lavorato a Siena e potrebbe trasferirsi probabilmente come responsabile alla Procura aretina, in un colloquio con i giornalisti fa un bilancio del lavoro svolto da responsabile dell’ufficio e anche negli anni in vari incarichi con una sottolineatura: “La nostra linea di lavoro è stata quella di informare la gente con una attenzione particolare alle esigenze del sociale”.
Non sono mancati gli eventi e le inchieste su cui la Procura ha dovuto lavorare “con l’intero ufficio in maniera compatta e con un rapporto eccellente con le forze dell’ordine. Sull’omicidio della anziana donna a largo Sassetta siamo arrivati ai risultati in 48 ore. Ma abbiamo lavorato nella lotta alla droga, che è sempre un problema anche se nel nostro territorio non ci sono organizzazioni strutturate.Deve essere però fatto un lavoro di informazione su questo aspetto”.
E proprio in tema di omicidi Marini ricorda che negli anni si è occupato di 9 casi “tutti risolti”. Al palazzo di giustizia di Siena resta “il cruccio”, dice il magistrato, per non essere arrivati ad una soluzione dell’assassinio di Alessandra Vanni, trovata morta nel suo taxi nei pressi del cimitero di Castellina in Chianti ai primi di agosto del 1997. Un “cold case” che ogni tanto riemerge.
Il magistrato sottolinea anche quanto è stato fatto di recente per smantellare il giro di finte badanti, organizzato da una azienda di Chianciano, vicenda a cui si collega anche l’immigrazione clandestina.
”Abbiamo evitato che persone non sicure fossero utilizzate per assistere anziani. Sui quali occorre fare anche un lavoro di sensibilizzazione e informazione perché non siano vittime di truffa: uno dei reati peggiori”.
E sui reati di carattere economico dice “non c’è niente che viene lasciato indietro”. Sul tema delle violenze domestiche di vario tipo Marini sostiene che la magistratura senese ha lavorato, grazie anche a quello che viene definito il “gruppo fasce” con denunce in aumento rispetto al passato. “Se dai delle risposte le persone si sentono più tranquille”.
Il magistrato nel parlare del lavoro svolto dalla procura dà un giudizio molto positivo sull’ambiente in cui si opera a Siena: “La città, il territorio rispondono, Siena è una città attenta con un forte senso civico per la cosa pubblica e c’è fiducia in crescita nell’attività giudiziaria”.