Il magistrato ha risposto alle domande dei componenti della Commissione parlamentare
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SIENA. (a. m.) “Tutti gli elementi in nostro possesso hanno portato alla ipotesi del suicidio di Rossi. Andavano tutti nella stessa direzione compresi i bigliettini. Non avevano elementi per procedere ad una ipotesi diversa. Non posso agire e procedere sulla base di un sospetto”, ha detto il sostituto procuratore della Repubblica di Firenze Antonino Nastasi, che per anni è stato a Siena, dove ha investigato sulla situazione di Banca MPS.
Rispondendo alle domande dei componenti della commissione parlamentare, molte delle quali molto stringenti, proprio sul fatto che i magistrati avessero sostenuto l’ipotesi del suicidio, ha aggiunto: “Abbiamo fatto i dovuti approfondimenti su quanto è accaduto e l’autopsia va nella direzione di capire cosa è accaduto. Se avessi trovato qualche elemento concreto sull’ipotesi dell’omicidio, questo mi avrebbe cambiato il mondo, perché per l’attività investigativa che stavamo facendo su Mps sarebbe stato molto meglio. Se fin dall’inizio fosse stato omicidio le indagini sulla banca avrebbero preso una piega differente. Se tornassi indietro, farei le stesse cose”.
“Avvertii io il magistrato di turno il collega Nicola Marini della morte di David Rossi, lui nemmeno sapeva chi fosse. Mmi sarei aspettato – ha aggiunto il magistrato – che Marini fosse stato informato di cosa era accaduto. A me telefonò Paride Minervini, che era stato informato dal dipendente di Mps Roberto Rossi, con il quale – essendo un perito balistico – avevo rapporti di lavoro. Ricordo che rimasi basito, attonito, stupito, e shoccato, visto che si trattava del capo della comunicazione del Monte dei Paschi, sulla cui situazione avevamo inchieste aperte. Carabinieri, Polizia e Vigili urbani avrebbero dovuto contattare Marini. Devo dire che si tratta di una situazione piuttosto singolare”.