SIENA. (a. m.) Giuseppe Mussari, ex presidente di Banca Mps nella sua audizione davanti alla Commissione parlamentare che indaga sulla morte di David Rossi, ha detto con una certa emozione: “per me era un fratello vero, fratello ma non in senso massonico”. Mussari ha sottolineato proprio in virtù di questo rapporto “di non poter restare indifferente ai giudizi sull’inchiesta della moglie e dei fratelli di David e non posso non restare dalla loro parte”.
La famiglia del manager ha sempre avuto una posizione molto dura sulle inchieste della magistratura, secondo la quale Rossi si è ucciso.
“David Rossi aveva una straordinaria capacità di lettura dei fenomeni. Era una persona che però prima di concedersi aveva bisogno di tempo”, ha detto Giuseppe Mussari parlando delle caratteristiche personali del manager. “Si interessava, era curioso, ma non c’era in lui alterigia o supponenza. Era una personsa che voleva capire con chi parlava”.
“Non riconosco nei biglietti di addio scritti da David Rossi il suo modo di esprimersi – ha precisato Giuseppe Mussari -, vorrei che si leggesse la prefazione del catalogo di una mostra svoltasi in quegli anni a Siena su Corto Maltese che avevamo scritto a quattro mani per capirlo” e paragonare lo stile della scrittura.
“I fatti di quei mesi oggi sono incomprensibili, io capisco la vostra difficoltà. Quella tensione, che ha modificato il nostro ordinato vivere civile voi non potete nemmeno immaginarla. Quella situazione interruppe i rapporti tra me e David: ci siamo visti l’ultima volta a dicembre del 2012 per gli auguri di Natale. Dopo non era lecito sentirci. Io ero diventato il nemico numero uno, lui doveva gestire la comunicazione della Banca che, inevitabilmente era contro di me, non era possibile comunicare”, ha detto ancora l’ex presidente di Mps.
Alle ore 13.30 di domani (17 febbraio) è stata calendarizzata l’audizione del pm Aldo Natalini, che, insieme a Nastasi, conduceva le inchieste su Mps.