Si apre il procedimento contro Mussari, Vigni, Baldassarri, Sayeed, Ricci e le due banche
SIENA. Udienza preliminare domani (12 ottobre), a carico di Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri, ex vertici di Mps, di Sadeq Sayeed, ex ceo di Nomura International, di Raffaele Ricci e delle stesse due banche, tutti imputati per l’operazione Alexandria, che sarebbe stata funzionale a coprire l’impatto negativo dell’acquisto di Antonveneta sui conti della banca senese.
I pm di Milano Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici, che coordinano i tre filoni milanesi dell’inchiesta su Mps condotta dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Gdf, hanno chiesto il rinvio a giudizio, contestando ai cinque indagati – a cui si aggiungono le due banche in qualità di persone giuridiche – i reati di falso in bilancio e manipolazione del mercato in relazione al bilancio 2009 del Monte dei Paschi, approvato alla fine di aprile 2010. Si tratta del bilancio successivo all’acquisto di Antonveneta. Secondo l’accusa, con l’operazione finalizzata a ristrutturare il derivato Alexandria, attraverso un contratto stipulato tra Mps e Nomura, gli ex-dirigenti avrebbero nascosto “perdite per oltre 300 milioni di euro” con un sistema che avrebbe permesso di chiudere in utile e di “abbellire” il bilancio. Non è stato possibile fissare l’udienza preliminare prima, date che il giudice ha dovuto reperire un’aula grande al primo piano del Tribunale e adatta ad ospitare un gran numero di avvocati, poiché si prevede la presenza di molte parti civili.
L’udienza preliminare a carico degli ex-vertici Mps, di Sadeq Sayeed ex ceo di Nomura International, di Raffaele Ricci e di Mps e Nomura, imputate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, che si apre domani, nel decreto di fissazione dell’udienza indica tutte le persone offese dai presunti reati di falso in bilancio e manipolazione del mercato: dalla Consob alla Fondazione Monte dei Paschi, alla stessa banca Monte dei Paschi. Tra le persone offese, che hanno quindi la possibilità di chiedere di entrare come parti civili nel procedimento, ci sono anche l’associazione Buongoverno Mps, il Codacons, l’Adusbef, il Movimento Consumatori e l’Unione nazionale consumatori.
Come è noto, il mese scorso il Monte ha raggiunto un accordo con Nomura per Alexandria, ma ciò non estingue i reati penali ipotizzati collegati all’operazione. Sono, inoltre ancora aperti altri due filoni d’inchiesta: quello che riguarda l’acquisizione di Antonveneta e quello relativo all’altra
operazione in derivati Santorini. Quest’ultimo, a detta degli inquirenti avrebbe usato un meccanismo “speculare” ad Alexandria, fu sottoscritto nel 2002 da Mps e poi ristrutturato nel 2008 con Deutsche Bank, causando perdite alla per 700 milioni a Siena. La Deutsche Bank è indagata per la legge 231. L’ex-manager di DB, Ivor Dunbar, all’epoca responsabile del global capital markets, sarebbe accusato di aggiotaggio e false
comunicazioni sociali. Anche per Santorini era stato chiuso un accordo tra le due banche a fine 2013.
Gli altri filoni. Il fascicolo su Antonveneta partito da Siena riguarda il reperimento dei mezzi finanziari necessari per l’acquisizione da oltre 10 miliardi di euro di Antonveneta nel 2007 e vede indagati ancora gli ex vertici di Mps e JP Morgan per ostacolo all’autorità di vigilanza e manipolazione del mercato.
L’inchiesta sulla cosiddetta “banda del 5%” è nelle mani della procura di Siena e l’ipotesi di reato è associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni della banca senese. Gli indagati sono 11, fra i quali ancora Baldassarri oltre a ex funzionari della banca e broker finanziari. Secondo la procura, a Mps sarebbero stati sottratti almeno 47 milioni di euro. La procura di Siena è in attesa di una rogatoria da Singapore.
Tutti i principali indagati, al momento dell’emersione di questa indagine in occasione di perquisizioni nel febbraio 2014, hanno respinto ogni addebito.