La farsa dell'elezione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza
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di Marco Sbarra
SIENA. La galassia Monte continua a stupire sul versante banca-sindacati, esempio di connubio perfetto all’insegna di una collaborazione che privilegia invariabilmente l’interesse di Rocca Salimbeni.
L’ultimo esempio lo offrono le elezioni dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) indette dai sindacati. In un volantino del 9 gennaio 2018 le rappresentanze sindacali unitarie annunciano trionfanti che le votazioni avranno luogo il 24/25/26 gennaio prossimo, con la sottolineatura che trattasi di un appuntamento importante per i dipendenti perché gli stessi “…avranno la possibilità di contribuire nel proprio territorio alla elezione del rappresentante unitario sui temi della Salute e Sicurezza”.
In un Gruppo come quello del Monte caratterizzato da continue ristrutturazioni, da un clima aziendale stressante e conflittuale, gravato pure da condizioni logistiche precarie, quella figura in effetti riveste un’importanza fondamentale per la tutela dei dipendenti. L’RLS, tra le varie attribuzioni riconosciutegli dall’art. 50 D.Lgs. n.81/2008, annovera pure quella di poter “fare ricorso alle autorità competenti qualora ritenga che le misure di prevenzione e protezioni dai rischi adottate dal datore di lavoro…non siano idonee a garantire la sicurezza e la salute durante il lavoro” (comma 1, lettera o).
Come si evince chiaramente, l’RLS ha facoltà che gli permettono di incidere notevolmente sulla sfera relazionale banca-dipendenti con effetti che si riverbano anche sul conto economico dell’azienda, per cui non deve stupire che il Monte mostri un interesse particolare alla nomina dei Rappresentanti.
Possiamo festeggiare questo appuntamento elettorale grazie al quale finalmente i dipendenti potranno democraticamente far conoscere le loro libere volontà nella scelta di persone di fiducia? Così sembrerebbe. Il sindacato ha preparato tutto a puntino garantendo, in accordo con l’azienda, la presenza di un Regolamento per lo svolgimento delle elezioni e l’insediamento di una Commissione elettorale. La banca darà il suo contributo e “…valuterà la possibilità di utilizzare la Intranet aziendale per agevolare le operazioni di voto”. Tutto perfetto all’apparenza.
Perché allora manca la trepida attesa del risultato delle votazioni che verrà proclamato dalla Commissione elettorale dopo lo spoglio dei voti e il conteggio delle preferenze espresse dall’esercito dei venticinquemila elettori? Tranquilli, è tutto in regola ammiccano i sindacalisti.
Altroché, giri la pagina del volantino ed ecco che scappa fuori l’inghippo alla sindacalese. Si scopre infatti che i candidati unitari sono in totale 33 a fronte di 32 ambiti territoriali, nero su bianco c’è scritto che i nominativi in lizza sono solo 33 in pratica ne è previsto uno solo per ciascuna circoscrizione elettorale. Incredibile ma vero, c’è un unico nominativo da eleggere, ed è quello indicato dai sindacati con le liste bloccate. I dipendenti sono tranquillamente bypassati, trattati come popolo bue.
Il politburo del sindacato montepaschino sa bene come organizzare elezioni “democratiche” in stile Unione Sovietica. Addirittura supererà i maestri perché i suoi RLS otterranno una percentuale di votazioni favorevoli del 100%, superando la fatidica soglia bulgara del 99,9%, record fino ad oggi rimasto ineguagliato. Sarà un plebiscito universale.
Domanda pleonastica: è previso il raggiungimento di una soglia minima di voti per la validità della tornata elettorale? Nel caso un nominativo non ricevesse nemmeno un voto sarebbe eletto lo stesso?
La democrazia, questa sconosciuta nel Monte. Dall’Amministratore Delegato viene reiterata la pressante richiesta ai dipendenti di manifestare le loro idee, le loro valutazioni sulla banca in modo che la stessa sintonizzi il Piano di Ristrutturazione su di loro. Quando finalmente i lavoratori hanno la possibilità di incidere con le loro scelte su aspetti importanti vengono considerati come paria.
In questo caso l’azienda sottoscrive un accordo con i sindacati con il quale, come scrive Domenico Grasso RLS di Sicilia, Calabria, Basilicata, “sono effettuate finte ed inutili votazioni: viene calpestata la democrazia, non consentendo ai lavoratori di decidere con il proprio voto, cosa possibile se vi fossero state opportunità di scelta nelle votazioni, con più candidati nello stesso ambito”.
Ancora: “I lavoratori, di fatto, non eleggeranno nessun Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza, perché è già stato definito a tavolino e credo che questo debba essere detto a tutti i lavoratori”.
La situazione è fuori di dubbio desolante, ma guai a lasciarsi prendere dallo sconforto e ritenere che non ci sia più niente da fare, che ormai la guerra è persa. Non è assolutamente vero!
Per iniziare propongo due iniziative semplici semplici, senza effetti collaterali:
1) Astenersi in massa dalle votazioni farsa dei RLS per delegittimarle e chiedere l’indizione di nuove votazioni libere e democratiche
2) Revocare l’adesione ai sindacati unitari seduta stante stracciandone la tessera, in modo da favorire un circolo virtuoso che porti all’avvento di sindacalisti indipendenti e senza alcuna sfera attrattativa nei confronti del Monte.
I soviet del sindacato sembrano manifestare i sintomi di una variante della sindrome di Stoccolma, da collegarsi alla loro assidua frequentazione della Direzione Risorse Umane di Siena. Pieni di coraggio danno alle stampe volantini di fuoco che inceneriscono il Monte, poi quando vanno a colloquio con la Responsabile se ne escono con sotto braccio Contratti ed Accordi firmati che bastonano regolarmente i dipendenti.
Siamo di fronte ad un fenomeno davvero strano. Ora io non ho competenze esoteriche, ma non sarà che i nostri prodi una volta arrivati alla presenza della Numero Uno vengano come rapiti in estasi fino al terzo cielo e lì, spinti da una forza misteriosa, senza rendersene conto scrivano sotto dettatura i sacri testi?
Il rinnovamento non è un’opzione, è una conditio sine qua non per la sopravvivenza.