Confronti commenta la situazione della banca
SIENA. Dall’associazione Confronti riceviamo e pubblichiamo.
“La borsa premia il Monte con il nuovo anno. L’esiguità del flottante non ci fa, però, ben sperare sul lungo termine. Non per i risultati della gestione caratteristica e per le capacità di chi la conduce. Quanto per la nuova, ancora troppo a ridosso, “deadline” concordata (o subita?) con l’Europa per la “privatizzazione”. Giugno 2024.
Vogliamo, però, affidarci alle parole della premier Giorgia Meloni, rese nella conferenza stampa di fine anno. Quelle a proposito di MPS: “lavoriamo per un’uscita ordinata dello Stato e per creare le condizioni per cui in Italia ci siano più poli bancari italiani”. E a quello che, oggettivamente, comportano.
A nostro parere, infatti, le due cose, alla luce dei fatti, non stanno insieme: gli impegni che anche questo Governo, con il ministro Giorgetti, ha preso con l’Europa non possono configurare un’uscita ordinata dello Stato dal capitale della banca. Perché gli scenari economici non consentono, oggi, come ripetiamo da tempo, di prevedere un ritorno dei mercati ai tempi ‘ordinari’. Quelli, cioè, necessari perché l’ordinata uscita dello Stato da MPS produca la presenza – urgente, necessaria, costituzionalmente tutelata – di più poli bancari. Presenza che solo un MPS autonomo e, magari, aggregante, consentirebbe. Per migliorare l’attuale scenario oramai ridotto a duopolio o poco più.
L’obiettivo finale della premier ci pare condivisibile (più poli bancari italiani). Per raggiungerlo, però, si chiarisca col suo ministro Giorgetti e col direttore generale del MEF Rivera. Anche per il bene del titolo. E dei soldi investiti dagli italiani nella banca di Siena”.