L’Associazione Buongoverno attende il 22 dicembre...
SIENA. Dall’associazione Buongoverno riceviamo e pubblichiamo.
“L’Associazione Buongoverno MPS è nata nel 2012 in difesa degli azionisti e dei risparmiatori, tra cui gli stessi dipendenti, che hanno investito nei prodotti finanziari della Banca anche il loro TFR.
Nonostante una certa sorpresa, per l’affermazione dell’esatto contrario di quanto deciso in primo grado, ribadiamo la difficoltà nel dare giudizi sulla sentenza dell’11 dicembre, relativa alla contabilizzazione dei derivati, in assenza delle motivazioni, che saranno disponibili tra circa tre mesi, quando, chi vorrà, potrà decidere di ricorrere in Cassazione.
D’altra parte Profumo e Viola, che nel 2013 erano ai vertici della Banca e a cui era stato contestato il falso il bilancio, secondo la tesi della procura generale di Milano, per coprire le perdite dopo l’acquisizione di Antonveneta, avevano commesso anche negli anni successivi al 2013 gli stessi “errori”, da loro stessi rettificati per la gestione precedente ed attribuiti inizialmente a Mussari e Vigni, già assolti in Cassazione nell’ottobre 2023.
Indubbiamente, ciò manifesta un palese scontro all’interno della Magistratura di Milano, ancora più evidente nell’ambito di una materia oggetto di indagine così complessa, e della farraginosità delle norme a cui si fa riferimento, che nella loro eccessiva flessibilità consentono giudizi opposti, supportati da perizie contrastanti di esperti, e non garantiscono i risparmiatori, creando un clima di sfiducia che non aiuta gli investimenti e l’economia nel suo complesso.
Ora siamo in attesa degli esiti del primo dibattimento del filone d’inchiesta sulla contabilizzazione degli Npl, che si terrà il 22 dicembre, relativamente ai bilanci ed alle comunicazioni al mercato per gli anni 2014/2015/2016.
Questa è una tematica su cui ci siamo da subito concentrati, avendo chiesto sempre in assemblea MPS di palesare i nomi di coloro che hanno usufruito di cospicui prestiti senza averli mai restituiti. Sulla questione, il Gip Guido Salvini, dopo aver rigettato una richiesta di archiviazione proposta da altri pm, in base ai risultati di tre ispezioni di Bankitalia e Bce tra il 2012 e il 2017, aveva disposto una perizia che ha asserito che l’Istituto di credito senese non aveva contabilizzato tempestivamente nei propri bilanci le dovute rettifiche.
Come sempre, l’obiettivo del nostro impegno sul piano processuale non è assolutamente dettato dalla volontà di nuocere alla Banca attraverso risarcimenti rilevanti. Ci rendiamo conto che un danno gravissimo nei confronti degli investitori e dei semplici risparmiatori è stato compiuto e non è ragionevolmente rimborsabile, se non in misura molto parziale.
Fermo restando che sembrano già ampiamente acclarate importanti responsabilità, da un punto di vista tecnico e manageriale, per le errate scelte riferibili alla scellerata operazione Antonveneta, il nostro auspicio è quello di far emergere gli eventuali reati e colpe di coloro che hanno tradito il loro mandato in nome dell’interesse personale e di lobby e magari comminare una severa condanna di natura patrimoniale e penale nei loro confronti. Lungi da noi l’idea di colpire l’Istituzione Monte e tutti i dipendenti, che, nonostante le mortificazioni economiche e professionali subite in questi anni, con impegno e dedizione hanno continuato il loro lavoro, pur nella complessità della situazione, causata anche da un middle management non sempre all’altezza della storia della Banca.
Rimane comunque non risolto un quesito fondamentale: come sia stato possibile produrre un danno nei confronti di questa istituzione e dei suoi azionisti e obbligazionisti per oltre 40 miliardi, anche in assenza pressoché totale di interventi significativi da parte degli organi di vigilanza”.