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di Augusto Mattioli
SIENA. “La mostra di Duccio? Macchè improvvisata, macchè esemporanea. Ci sono voluti anni di studio e di lavoro di tante persone, comprese le istituzioni della città”.
Donatella Capresi che di quella mostra svoltasi nel 2004 fu la curatrice (allora si occupava di questo settore per Montepaschi) non ha affatto gradito le dichiarazione dell’assessore al turismo, Alberto Tirelli, che in consiglio comunale, rispondendo ad una interrogazione di Impegno civico, la lista del sindaco De Mossi, suglì eventi culturali da organizzare a Siena, ha parlato di quella mostra definendola “uno spot elettorale” e una iniziativa estemporanea. Affermazione che ha creato critiche anche nel suo campo politico. Uno scivolone? Forse perché male informato, oppure un suggerimento politicamente un po’ troppo interessato. Bisognerebbe capire se il sindaco è d’accordo con l’affermazione del suo assessore su quell’evento.
“Si fa della mostra un esempio negativo invece di considerarlo come un evento riuscito e benefico per la città”, sottolinea a il Cittadino Capresi, ricordando che la mostra è stata l’occasione anche per una serie di restauri sia a Siena sia in provincia come emerge da una relazione di Alessandro Bagnoli che scrive:” Seguendo una prassi già attuata in occasione di precedenti esposizioni sull’antica arte senese, anche per questa dedicata a Duccio e al suo seguito la Soprintendenza per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Siena e Grosseto ha predisposto un organico piano dei restauri. Gli interventi non si sono limitati alle opere presentate in mostra, ma ne hanno coinvolto anche molte altre, che sono legate all’argomento di questa iniziativa. Tutte queste ultime potranno essere ammirate nei rispettivi luoghi di collocazione, da chi vorrà estendere la visita a una serie di “itinerari ducceschi” nel territorio senese e grossetano. Fra gli impegni più importanti – sottolineava Bagnoli -si può ricordare l’intervento sulla grande vetrata del duomo di Siena iniziato nel 1996. Il restauro ha permesso di provvedere con la massima urgenza al consolidamento dell’orditura di piombo, a un più adeguato e duraturo sistema di ancoraggio dei singoli pannelli, a una leggera pulitura delle tessere vitree”.
Capresi per rispondere a Tirelli ci ha fornito la relazione con i dati di quella mostra. Nei 164 giorni di apertura, i visitatori sono stati 245.875 con una media giornaliera di 1.490. 388 i pacchetti turistici venduti dall’Agenzia per il turismo di Siena: otto i volumi di rassegna stampa. Gli investimenti per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico senese prodotto da Duccio e dagli artisti del suo tempo, conservato a Siena e nel suo territorio, sono stati d. 1.198.775,54 euro di cui 508.758,27 per i restauri, 55.904,57 per le ricerche scientifiche e le riflettografie delle opere restaurate che hanno indagato le tecniche usate dai maestri del tempo, 34.112,70 per la realizzazione di un laboratorio di restauro nella Pinacoteca. 600 mila euro spesi per il recupero delle Sale di Palazzo Squarcialuci – Santa Maria della Scala – trasformato così nel più importante spazio espositivo esistente nella nostra Regione. Consistente anche l’indotto indiretto che ha interessato maggiormente le strutture ricettive ed alberghiere. Un indotto diretto si legge ancora nella relazione ha riguardato una serie di professionalità diverse: dalla guide autorizzate alle 83 persone che hanno lavorato ai servizi di visite guidate e di didattica curate dall’organizzazione, dalle 17 ditte di restauratori alle 31 ditte utilizzate per la promozione e l’allestimento, dalle 80 persone coinvolte nei servizi di sorveglianza e pulizie ai vari collaboratori scientifici (8 persone) e al catalogo (13 persone).