di Augusto Mattioli
SIENA. Entro cinque giorni si saprà se l’inchiesta sulla morte di David Rossi sarà archiviata o meno. Roberta Malavasi, giudice delle indagini preliminari di Siena deciderà se chiudere l’inchiesta sulla morte dell’ex capo dell’area comunicazione di banca Mps precipitato dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo del 2013 (ma c’è anche l’ipotesi che la caduta sia avvenuta dal piano superiore) come ha chiesto la Procura della Repubblica di Siena o procedere ad ulteriori accertamenti. Questo anche sulla base degli elementi nuovi presentati dalla difesa nei giorni scorsi riguardanti le immagini che hanno ripreso la caduta di Rossi.
Malavasi dovrà stabilire o meno se nella tragica vicenda Rossi c’è stato il reato di istigazione al suicidio sulla base dell’articolo 580 del codice penale.
“Credo che il gip abbia idonei elementi per poter non chiudere il fascicolo e per dare ascolto alla richiesta di integrazione di indagine –ha detto dopo la conclusione dell’udienza l’avvocato Paolo Pirani, legale dei fratelli Rossi – perché se dovesse essere emesso come mi auguro non sia, un decreto di archiviazione i dubbi non sarebbero chiariti e le risposte non date”.
In ogni caso comunque la vicenda giudiziaria non sarebbe chiusa perchè “in caso di archiviazione –ha aggiunto l’avvocato Goracci – valuteremo se ci sono elementi per impugnare le decisione e presentare altri elementi per la riapertura”.
Un quadro certo difficile, che si è permessa un’opinione, lo sarebbe stato molto meno, se subito dopo la caduta di Rossi, fossero stati decisi gli accertamenti e i vari esami decisi successivamente dopo la riesumazione della salma. Se ben ricordiamo nelle ore successive alla morte c’erano voci sul fatto che non sarebbe stata neanche fatta l’autopsia sul corpo di Rossi, che avvenne invece per sollecitazione dei familiari.
Pirani nelle sue considerazioni è apparso moderatamente fiducioso. “Nel corso della discussione – – ha aggiunto il legale -abbiamo visto che la giudice era molto attenta. Credo che gli elementi a disposizione siano stati molteplici non solo quelli per scritto ma anche per ciò che, con l’avvocato Luca Goracci abbiamo anche detto. Abbiamo parlato a 360 gradi di una ricostruzione delle criticità . L’elemento fondamentale a cui abbiamo dato rilievo è stata la ricostruzione del video della caduta come descritto nella relazione del nostro perito ingegnere Luca Scarselli”. Che ha puntualizzato. “Abbiamo presentato una nuova perizia che in parte riguarda ancora l’analisi del video perché il file video presenta delle caratteristiche che non lo rendono pienamente compatibile con l’estrazione così come è stata fatta il 25 giugno quando abbiamo fatto il sopralluogo e questo ci desta ulteriori perplessità”.