Erano accusati di falso per omissione
SIENA. La procura di Genova ha chiesto di archiviare la posizione degli ex pm di Siena Nicola Marini, Aldo Natalini e Antonino Nastasi, accusati di falso per omissione nell’ambito dell’inchiesta per la morte di David Rossi.
Ai tre ex titolari del fascicolo era stata contestata la mancata verbalizzazione della perquisizione – con annessa ispezione informatica e sequestro -, della stanza usata dal responsabile della comunicazione di Mps.
Per gli aggiunti Francesco Pinto e Vittorio Ranieri Miniati, i tre avrebbero fatto “una perquisizione”: manipolarono la scena, ma non ci fu alcun intento di occultare indizi o manomettere le indagini.
“Nessuno commette un falso – si legge nella richiesta – per il sol gusto di commettere un reato”, per questo le accuse nei loro confronti devono decadere.
In particolare, nel verbale del 7 marzo i tre pm “omettevano di attestare che nelle ore precedenti, e in particolare dalle 21.30 sino a circa mezzanotte del giorno precedente, avevano già fatto ingresso nella predetta stanza prima che la stessa venisse fotoripresa dal personale della polizia scientifica”. In quell’occasione avrebbero “manipolato e spostato oggetti senza redigere alcun verbale delle operazioni compiute e senza dare atto del personale di polizia giudiziaria che insieme a loro avevano proceduto a questo sopralluogo”. L’inchiesta era nata anche dopo la trasmissione degli atti da parte della commissione parlamentare. Secondo i pm genovesi però tutto questo non rappresenterebbe un reato.
Nella richiesta di archiviazione i pm genovesi citano anche l’allora comandante dei Carabinieri Pasquale Aglieco, indagato per falsa testimonianza per aver sostenuto che il pm Nastasi rispose alla telefonata di Daniela Santanché sul cellulare di Rossi. Aglieco si è trasferito ad Hammamet e “quindi non è stato ad oggi ancora possibile notificargli l’invito a presentarsi per rendere l’interrogatorio”.
Il filone d’inchiesta, relativo alla posizione dei magistrati toscani e su altri presunti depistaggi, era stato aperto in Liguria perché Genova è la città titolata a indagare sui presunti reati commessi da magistrati in servizio in Toscana.