“Sono pronto ad un confronto con la famiglia”
di Augusto Mattioli
SIENA. “Sono pronto ad un confronto con la famiglia”. Raffaele Ascheri, sostenitore senza dubbio alcuno della tesi che David Rossi, la sera del 6 marzo del 2013, si sia ucciso, lanciandosi dalla finestra della sua stanza di lavoro, ha lanciato la sua sfida (ma con pochissima convinzione che sia accettata), alla famiglia Rossi in una conferenza nel vicolo di Monte Pio. Ripetendo il concetto più volte nel corso della conferenza stampa tenuta questa mattina. Perché la famiglia per il ruolo ormai pubblico che ha secondo il professore deve spiegare le sue posizioni perché “ad esempio dall’ipotesi del suicidio si è parlato di omicidio. Ci ho provato con qualcuno a chiedere di confrontarmi con la famiglia, ma non è stato possibile”.
Secondo la nostra impressione questo confronto non ci sarà. Ascheri ha una posizione precisa, senza dubbi, come dicevamo, con toni e affermazioni che ovviamente per la famiglia Rossi sono inaccettabili.
Il professore parla di “ennesima offensiva mediatica”, in particolare delle Iene, che hanno dedicato di recente al caso oltre tre ore di trasmissione, della causa da un milione di euro della famiglia nei confronti di Banca Mps (rigettata dal giudice del lavoro Delio Cammarosano), presentata indipendentemente dal fatto che il manager si sia suicidato o che sia stato ucciso. “L’ennesima sconfitta della famiglia”, ha chiosato Ascheri, secondo il quale “ciò che muove tutto sono i soldi, purtroppo è così. Poi senz’altro ci sarà la ricerca della verità”, sottolineando come “Siena si stia abituando a questa aggressione mediatica”.
La morte di Rossi, “una tragedia, è il suicidio più annunciato, più chiaro, più evidente che ci sia stato fra i suicidi eccellenti negli ultimi decenni in Italia. Qualcuno ha voluto che diventasse un caso nazionale. Credo che siamo in presenza della più grande fake news degli ultimi anni della repubblica italiana”.
Fin qui in breve sintesi le dichiarazioni di Ascheri dal vicolo di Monte Pio a pochi metri dal negozio aperto di nuovo da Luca Migliorino, già deputato non confermato di M5S e componente della commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Rossi, convinto della tesi dell’uccisione del manager.
Ci si permettano due righe di considerazione finale. Questo parapiglia delle Jene e dello stesso Ascheri ci pare una mancanza di rispetto forte nei confronti di David Rossi e della sua famiglia. Ovvio e giusto ricercare la verità. Ma qui siamo solo alla tifoseria e al protagonismo?