Solo per colpa di chi la governa, questa città si è avviata su di un percorso senza speranza, un percorso che la porta verso la morte, a parte i monumenti storici, che per fortuna nessuno può toglierli, ma dove è rimasta la sua identità? Dove sono finite le botteghe artigiane, che la riempivano e la rendevano vitale? Non ci sono più: e anche i suoi negozi più particolari sono ormai spariti; penso alla libreria Bassi, al negozio degli artisti, penso al Corsini e penso ala casa della gomma che ormai ha deciso di tirare giù la saracinesca e penso anche alla ceramica, per non parlare, perché lo abbiamo già fatto, dell’Enoteca.
Il comune, nei suoi organismi, consiglio giunta e sindaco cosa hanno fatto se non stare a guardare questo declino? Nulla, hanno attribui
Veniamo a noi: c’era il maestro che faceva i lavori in rame, uno a San Girolamo uno in Salicotto, c’erano i maestri che lavoravano la ceramica senese, c’erano alcuni falegnami, c’era il fabbro che lavorava il ferro battuto, c’era il negozio che vendeva pennelli e colori agli artisti, c’era il negozio musicale di piazza della Posta, c’era la libreria Bassi e tra poco diremo anche che c’era la casa della gomma, ora cosa è rimasto? Solamente negozi che appartengono alle grandi catene nazionali e qualche negozio di chincaglieria gestiti da cinesi e fine della storia, vi pare che questa possa essere definita la città che vive?
Che cosa resta per appetire il turista, solo il palio e non sappiamo per quanto tempo ancora,non certo la parte commerciale, chi viene a Siena, a parte i monumenti e il palio, trova da noi le stesse cose che può trovare nel resto delle città italiane, potremmo pensare aun’attrazione gastronomica, nei nostri territori ci sono un buon vino, un ottimo olio, un grande formaggio pecorino ma anche di questo non si parla.
Insomma questa carrellata per dire una sola cosa, noi possiamo pensare al turismo, e sicuramente potrebbe rappresentare davvero la svolta, ma bisogna gestirlo, bisogna dare il modo di far vivere la città, di farla sentire vivace tutti i giorni, ci vogliono servizi e parcheggi, mezzi di trasporto e negozi attrattivi, ci vogliono manifestazioni culturali e manifestazioni popolari. La macchina comunale deve riuscire a far corpo unico con la città, con chi ci lavora, con chi la usa.
Se si resta, come avete fatto voi fino ad oggi, chiusi nelle stanze a pensare come portare via i soldi a chi viene a trovarci, non potrà esserci nessun futuro, non avete idee? Pazienza vorrà dire che non siete all’altezza del compito”.