"È mancata la corretta gestione delle cospicue risorse disponibili in passato"
SIENA. “In questi giorni è emerso un acceso dibattito in città riguardo alle condizioni delle infrastrutture sportive senesi. Una situazione complessa, derivante da una gestione passata che ha dimostrato scarsa lungimiranza”, così Emanuele Montomoli, presidente protempore del Costone Siena.
Montomoli prosegue affermando: “La società di cui sono Presidente è attualmente dotata di una bella struttura di proprietà nelle immediate vicinanze della città, il PalaOrlandi. Questo palazzetto non solo ospita le partite e gli allenamenti di tutte le formazioni maschili e femminili che praticano la pallacanestro, ma si presta anche ad una vasta gamma di discipline, dal Baskin alle arti marziali, fino alla danza. Il PalaOrlandi rappresenta l’eredità di una gestione lungimirante da parte della presidente Patrizia Morbidi, che ha saputo investire saggiamente i capitali a disposizione durante un periodo di prosperità economica, donando alle generazioni future una struttura all’avanguardia”.
“Attualmente, il dibattito è concentrato sulla situazione del Palasport di Viale Sclavo – continua Montomoli –, ma non è mancato l’intervento del presidente della Virtus riguardo al PalaVivaldi. Queste strutture sono vitali per la città e nel corso degli anni hanno ospitato importanti eventi legati alla pallacanestro ed altro. Tuttavia, sorge la domanda sul motivo per cui le società che ne hanno beneficiato non abbiano investito in maniera adeguata al loro mantenimento, nonostante le risorse considerevoli che hanno avuto disposizione in passato”.
“Un caso emblematico dimostra come scelte di investimento a breve termine abbiano portato a eccellenti risultati momentanei ma seguiti da due fallimenti consecutivi. D’altro canto, in via Vivaldi, si è scelto di concentrarsi significativamente sul settore giovanile, ottenendo addirittura successi nei campionati nazionali e formando giocatori che militano in serie A, contribuendo anche attualmente a importanti entrate economiche. Tuttavia, la struttura stessa non è all’altezza del campionato in cui la prima squadra milita, e la Virtus è costretta a giocare le partite casalinghe nel palazzetto del Cus”.
“È paradossale che la recente amministrazione comunale, durante un periodo di restrizioni finanziarie, si sia assunta l’onere del PalaEstra, purché con la certezza che parte dei costi venissero coperti dagli affitti delle società ospitate. Lo sport, soprattutto a livello semiprofessionistico o professionistico, dovrebbe essere autosufficiente. Non è plausibile che il settore pubblico debba sostenere le ambizioni di soggetti privati, nemmeno attraverso la gestione delle infrastrutture”, conclude Montomoli, che invita infine a riflettere sull’importanza di una gestione oculata delle risorse, evidenziando l’impatto positivo a lungo termine che può derivare dagli investimenti adeguati nelle strutture sportive della città.