Le chiede la Federazione Italiana Pubblici Esercizi Confcommercio Siena
SIENA. “Come già fatto da Fipe chiediamo la messa in stato di crisi del settore. Ci vogliono a tutti i livelli misure shock per aiutare le imprese a sostenere l’impatto derivante dal Coronavirus”. Così Marco Cioni, presidente Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi Confcommercio Siena.
“Noi con senso di responsabilità e nel rispetto assoluto delle indicazioni ministeriali abbiamo già messo in atto tutte le misure di sicurezza imposte. E in questo modo, per quanto possibile, ci siamo. Purtroppo il combinato disposto della contrazione dei flussi turistici e il crollo della domanda interna di consumi fuori casa, sta determinando una riduzione fino al 70/80% del fatturato dei pubblici esercizi. Tutto questo si è determinato per effetto dell’emergenza epidemiologica da COVID–19 e le necessarie misure di contenimento, poste in essere per cercare di limitare al massimo gli effetti della sua diffusione. I risultati sono devastanti su un comparto cruciale per la nostra economia e per l’attrattività turistica”.
Fipe a livello nazionale stima nei primi 4 mesi del 2020 una perdita di circa 2 miliardi di euro di fatturato, con rischi occupazionali per circa 20.000 unità.
“Per noi è importante: sospensione dei contributi e premi come già avvenuto in precedenza in occasione di eventi e calamità naturali; previsione di fondo di contribuzione per i titolari di pubblico esercizio, come ad esempio bar, pub, ristoranti, locali da ballo etc., interessati dall’obbligo di sospensione dell’attività; estensione delle previsioni delle causali del Fondo Integrazioni Salariali alle imprese non ricomprese e previsione della cassa in deroga anche per tutte le causali che non sono ricomprese in quelle già previste per il Fondo Integrazione Salariale. Tutti insieme con responsabilità e senso di comunità conclude Cioni – possiamo arginare il virus e ripartire”.