SIENA. Dall’Osservatorio “W la pappa col pomodoro” riceviamo e pubblichiamo.
“L’imminente riapertura delle scuole, con i relativi servizi educativi a supporto, ci consente di fare il punto su di una delle note più dolenti degli ultimi anni: il servizio mensa.
Ci eravamo lasciati a giugno scorso con una serie lunghissima di problemi che non hanno ancora trovato soluzioni.
1) Ritorno al coccio ed al refettorio ancora un miraggio per moltissimi bambini
Pur essendo venuta meno la legislazione di emergenza legata al covid, moltissimi bambini saranno ancora privati dei refettori e
continueranno a mangiare sui banchi, utilizzando i vassoi blu con le
vaschette le cui foto sono circolate nelle chat dei genitori e sulle
pagine facebook dell’Osservatorio “Viva la pappa al pomodoro”. Infatti
alcune scuole per disposizione dei propri D.S (Peruzzi, Pascoli Simone
Martini, Avignone, Amendola), hanno scelto di non ripristinare i refettori, il che significa scegliere di sacrificare ancora una volta il momento dedicato al pasto. Questi alunni (almeno qualche centinaio) continueranno a vivere il pasto nello stesso luogo dove svolgono l’attività didattica, privandosi nuovamente sia di un piatto degno di
chiamarsi piatto (Niente Coccio per loro!), sia di un luogo idoneo alla
consumazione di un pasto, che permetta magari quello “stacco” anche
mentale dalle solite 4 mura di classe.
2) Il cibo che finisce nel cassonetto della spazzatura è tra il 60% e 80% secondo le stime dell’Osservatorio
Nonostante sia previsto dalla legge, il Comune di Siena ed ASP non si sono dotati di un sistema di monitoraggio degli scarti, che permetta di comprendere le pietanze non gradite e di modificare adeguatamente il menu. Dai verbali di ispezione della Commissione Mensa (pochi, anzi
forse uno soltanto) emergono percentuali di scarti dell’80% per le
classi dei bambini più piccoli delle primarie.
3) La qualità delle derrate alimentari è bassa e ci sono troppe sostituzioni nel menù dovute a mancate forniture
I bandi per la fornitura delle derrate alimentari, contrariamente alle
indicazioni contenute nei CAM (criteri ambientali minimi) del ministero dell’Ambiente e della Salute, sono ispirati unicamente dal criterio del massimo ribasso senza incentivare la fornitura di filiera corta e di prossimità. Questo oltre a determinare un abbassamento preoccupante della qualità delle materie prime ha permesso l’aggiudicazione di molti lotti ad aziende del Nord Italia che spesso,
dato l’attuale contesto di aumenti del costo dei trasporti, non trovano convenienza nell’approvvigionare i magazzini della mensa. Si ricorderanno, negli scorsi mesi, le numerose sostituzioni avvenute nel
menu a causa del mancato approvvigionamento con prodotti
pre-processati di qualità inferiore (affettati, tonno in scatola, etc)
4) Ancora nessuna soluzione per il “menu sciopero”
In occasione dell’indizione di scioperi in serie da parte di alcune sigle sindacali minori (negli ultimi anni il fenomeno ha riguardato mediamente 20gg all’anno) viene automaticamente proposto ai bambini, anche nel caso di mancata adesione allo sciopero da parte del personale di ASP, il cosiddetto “menu sciopero” che comprende pasta in bianco, tonno in scatola e schiacciata. Riteniamo si debba trovare una soluzione al più presto che consenta ai bambini di ricevere un pasto adeguato nel caso di mancata adesione allo sciopero da parte del
personale. In alternativa, dovrebbe essere consentito alla famiglie di
far portare il pasto da casa e di non pagare la corrispondente quota
della mensa al Comune
5) Commissione Mensa a cosa serve?
Durante il Covid il Comune di Siena si è distinto per non aver mai riunito la Commissione Mensa. Dopo la sollecitazione dell’Osservatorio questo organo è stato convocato ma tranne un paio di sedute – una mitica dove abbiamo assistito alla fuga dalla porta di servizio dell’assessore Benini – non abbiamo ben capito cosa la Commissione ha ottenuto. E’ necessario che questo organo non solo si riunisca più spesso, ma che faccia un calendario di ispezioni (non concordato ma a sorpresa) nella cucina centralizzata e nelle scuole. Serve poi che la Commissione spinga e costringa l’Asp a dotarsi per legge di un sistema serio di misurazione degli sprechi perché anche questo dato ci dà unfeedback sulla qualità e sul gradimento della mensa.