SIENA. Da Claudio Marignani (Siena Civitas) riceviamo e pubblichiamo.
“Certamente i prezzi seguono il binomio di mercato domanda/offerta. Molti sono i fattori e di natura diversa che differenziano gli aumenti non solo inflattivi. Ma da tempo a Siena si parla di turismo come locomotiva trainante dei rincari. Restando quindi sul tema, un primo dato certo è che il turismo, per una fascia ampia di popolazione, produce ricchezza. Si crea lavoro con l’accoglienza, la ristorazione, le visite ai musei, le guide che accompagnano gite ecc.. Ne trae vantaggio il commercio. A caduta l’artigianato, il comparto dell’arredamento, tutto il mondo dei trasporti, dell’alimentare e via via allargando, sia pure in misura ridotta, altre categorie. Collegato al turismo solitamente anche in parte il mondo culturale: musicale, teatrale ecc, per attività promosse non solo per diletto ma anche per richiamo. Un vortice economico che crea, come detto, lavoro e depositi bancari. Quindi, benvenuto il turismo in senso lato.
Se poi scendiamo nei dettagli e scorporiamo, ci rendiamo conto che il turismo mordi e fuggi porta in proporzione molti disagi e pochi benefici economici. Ma in una logica di accoglienza, difficile creare setacci a maglie strette. In alcune località si sta cercando di contenere numeri non sopportabili anche organizzativamente ( servizi, nettezza urbana, sicurezza, ecc.), inserendo pagamenti che scoraggino o comunque diano al Comune dei ritorni che possano compensare le spese. Questo a solo titolo di esempio.
Fatto questo bel quadro, iniziano però i dolori. Dolori per chi? Per tutta la restante parte dei cittadini: difficoltà di parcheggio, carissimi tributi locali, prezzi che lievitano in ogni campo, spesso in modo ingiustificato, caos, inquinamento e vivibilità ridotta. Un turismo “subìto”. E questi cittadini non sono pochi. A spanne il 60/70% della popolazione. Ricordo anni fa molte attività usavano trattamenti migliori ai senesi rispetto ai turisti, come indice di attenzione, che creava solidarietà ed equilibrio (per la verità in parte la pratica fortunatamente ancora resiste). Ma oggi molti residenti stanno necessariamente lasciando le abitudini di comprare a Siena, passeggiare in centro e fermarsi a sedere in Piazza. Generalmente prezzi troppo elevati, derivanti anche da affitti esagerati (valori e affitti degli immobili sarebbero un tema a parte). Ci si sente un po’ come polli da spennare.
E allora succederà come a Barcellona con rivolte dei cittadini contro al turismo? Secondo me no. Ma qualcosa dovrà accadere per ristabilire una solidarietà fra quanti vivono e guadagnano legittimamente dal turismo e la popolazione restante. E la ricerca di soluzioni è possibile solo se ogni portatore di interessi è disposto a cedere qualcosa per evitare che Siena divenga sempre più una città museo. Ho dimenticato qualcosa? Si. Le contrade, il mondo del sociale e del volontariato. Li ho lasciati volutamente in fondo perchè forse ultimo cemento rimasto per evitare tensioni sociali e divisioni. Tradizioni, comportamenti e un pensiero per tutti.
A volte basta poco per ricordarsi che la vita è solo un viaggio e siamo tutti cittadini di Siena”.