“Sostenere e rilanciare la piccola e media impresa italiana”
SIENA. Prosegue, da parte di Liberi e Uguali, la ricerca di un confronto con le realtà del territorio. Dopo l’incontro con la Cgil, il candidato per Liberi e Uguali nel collegio uninominale, Fulvio Mancuso, ha incontrato i vertici comunali e provinciali di Confesercenti, con i quali ha aperto un dibattito sui punti più critici, partendo dal documento in dieci punti pubblicato dall’associazione di categoria a livello nazionale.
“Leggendo le proposte di Confesercenti – afferma Mancuso – mi sono reso conto che molti punti sono in comune con il nostro programma. Questo conferma che diverse questioni del nostro Paese sono riconosciute come problematiche a prescindere dalla propaganda elettorale, e come tali vanno affrontate con serietà e non con slogan banali o promesse irrealizzabili, e ingiuste per la stragrande maggioranza del Paese, sia lavoratori che tessuto produttivo.
Nella lotta all’evasione fiscale, per esempio, gioca un ruolo non secondario ripartire dall’equità, puntando ad un riequilibrio di progressività fiscale a vantaggio dei redditi medio-bassi, che sono in larga parte anche quelli delle piccole e medie imprese.
Negli ultimi dieci anni abbiamo perso circa mezzo milione di piccoli imprenditori. Ecco quindi il dovere di tutelare le piccole e medie imprese, dimostrando loro una vicinanza fiscale con una progressiva riduzione del carico, facilitando l’accesso al credito, e sostenendo con misure ad hoc la sostenibilità degli affitti degli immobili in cui si esercitano molte attività del piccolo commercio, con una inversione a U sulle liberalizzazioni che hanno contribuito anche al degrado della qualità del tessuto economico di molte città. Bisogna riflettere molto sulla necessità di rilanciare piccole e medie imprese, che oggi sono di fatto tagliate fuori anche dal piano nazionale di digitalizzazione, in quanto si tratta di un progetto di sostegno all’innovazione più industriale che imprenditoriale.
Di fronte a proposte come quella della flat tax, decisamente vantaggiosa soltanto per i pochi ricchi, noi rammentiamo la centralità democratica del principio di progressività dell’art. 53 della Costituzione. Occorre quindi un abbassamento della pressione fiscale nei confronti delle fasce sociali e produttive con redditi bassi e medi. Colpendo in particolare le grandi multinazionali che, pur facendo utili enormi in Italia, non pagano al nostro Paese miliardi e miliardi di imposte e che, oltretutto, danneggiano il tessuto della piccola e media impresa italiana causando nei piccoli centri urbani una desertificazione di esercizi, e dunque un vero danno sociale, a causa della loro politica aggressiva di eliminazione della concorrenza. Andrebbe introdotta una vera ‘web tax’, anzi una tassazione “territoriale” che riporti a equità l’attuale distorsione egemonica delle multinazionali.
I negozi di vicinato devo sicuramente rientrare nel progetto di tutela perchè importanti per la nostra economia e per l’attrattività turistica delle nostre città che ne paga visibilmente le conseguenze. Quello del turismo, in una città come la nostra, è un settore che va assolutamente valorizzato mantenendolo sempre vivo e dinamico, mettendo in primo piano il rafforzamento della qualità della produzione culturale, anche materiale, della città e del territorio.
La crisi dei piccoli esercizi commerciali è sì legata al cambiamento, nonché riduzione, dei consumi delle famiglie, ma anche ai costi degli affitti. Il risultato è che le nostre città sono pieni di immobili sfitti. Confesercenti propone, come strumento per combattere questo fenomeno, l’estensione di canoni concordati e cedolare secca anche alle attività commerciali.
Da rivedere assolutamente, infine, il sistema pensionistico, che con la legge Fornero ha creato seri guasti anche agli imprenditori”.