SIENA. “Leggiamo di festeggiamenti di qualche partito politico che a Siena, dopo la presa di posizione di Forza Italia lo scorso anno, si è accodato anche con poca competenza e forse convinzione, alla nostra presa di posizione su MPS. Ma come si dice in questi casi? ‘A caval donato non si guarda in bocca’”, afferma il senatore azzurro Massimo Mallegni.
“Chiarito questo fatto, ci preme rilevare che se oggi siamo a discutere di MPS e della possibilità di Siena di riuscire a salvare il salvabile é grazie all’impegno del sindaco De Mossi che per primo ha rimesso in gioco la città e la Fondazione MPS, tentando di ridare ai senesi ciò che qualcuno gli ha rubato.
Ma la cosa paradossale è che quelli che hanno distrutto il “Monte” sono gli stessi che oggi tentano di regalarlo ad UniCredit, addirittura con nuovi soldi dei cittadini italiani”, prosegue Mallegni.
“Prima si è salvata la banca con 6,4 miliardi di euro e poi adesso UniCredit chiede 7 miliardi, tra tax credit, cancellazione dei crediti deteriorati e ammortizzatori sociali per acquistare. Inoltre non vuole le filiali del centro sud, che andrebbero in “groppa” al Medio Credito Centrale, quindi ancora ai Cittadini italiani, e poi non vuol parlare di MPS leasing & Factoring, MPS Fiduciarie a MPS Capital Services.
Beh, ma allora questo non significa acquistare qualcosa ma chiedere un regalo, sceglierne le caratteristiche, deciderne la carta con cui fare il pacchetto e poi farsi dare anche i soldi necessari per comprarsene un altro”, spiega il senatore e coordinatore regionale della Toscana”.
“Forza Italia è un Movimento politico pragmatico e post ideologico, non ci facciamo prendere dal panico o ci fissiamo su posizioni preconcette, ma non possiamo certo accettare che al Partito Democratico venga permesso di fare ancora una volta carne di porco del Monte dei Paschi.
Qui sono in ballo migliaia di posti di lavoro e il futuro di Siena e della Toscana. Siamo fiduciosi che le prospettive che il sindaco De Mossi prevede, di altre opportunità per il “ Monte”, possano essere concrete.
Sfidiamo inoltre anche gli altri partiti presentando una mozione parlamentare per evitare questa fuoriuscita di miliardi degli italiani per favorire una banca che oggi ha come suo capo il signor Padoan e quindi il Partito Democratico”, conclude Mallegni.