Nella tesi un parallelo fra l’antico esilio di un grande poeta e l’esperienza della reclusione
SIENA. Mercoledì 25 settembre S.C., studente del Polo Universitario Penitenziario dell’Università di Siena ha conseguito, con lode, la laurea triennale in Studi Letterari e Filosofici.
La sua tesi, intitolata “Sulla scia dell’Ovidio dei «Tristia»: eco (personali e) letterarie”, è stata brillantemente discussa dinanzi a una commissione composta dai professori Carlo Caruso, Alessandro Fo (presidente e relatore della tesi), Filomena Giannotti e Pierluigi Pellini (direttore del Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne – DFCLAM), con la partecipazione del professor Gianluca Navone (Delegato del Rettore al PUP) e della dottoressa Pina Sangiovanni (coordinatrice amministrativa del Polo universitario penitenziario).
L’elaborazione della tesi si è avvalsa anche del considerevole apporto di consigli e indicazioni fornito, in una costante serie di collegamenti da remoto, dalla dottoranda di ricerca del Centro Antropologia e Mondo Antico, dottoressa Sofia Agnello, appartenente a un nutrito gruppo di volontari che fa capo al DFCLAM, attivo da anni presso la Casa di Reclusione di San Gimignano.
Grazie a un permesso accordato dalla sensibilità del Magistrato di Sorveglianza, il candidato ha potuto incontrare la commissione non fra le mura dell’Istituto di Pena, ma direttamente nella sede del Dipartimento, presso il Complesso universitario San Niccolò a Siena. La circostanza ha consentito la partecipazione di un folto pubblico, formato da personale della Casa di Reclusione di San Gimignano, sacerdoti e volontari del carcere, studenti tutor, amministrativi e docenti dell’Università e da familiari del laureando, che hanno circondato il candidato di affettuosa e partecipata attenzione, facendo sì che la discussione assumesse i caratteri di un piccolo evento.
La tesi muove dal provvedimento di relegazione sul Mar Nero da parte dell’imperatore Augusto nei confronti del poeta Ovidio, che di questo esilio scrive diffusamente nell’ultima fase della sua produzione. Il candidato, ravvisando alcuni paralleli fra quell’esperienza di sradicamento e la propria detenzione, ha esaminato alcuni romanzi di scrittori moderni che hanno variamente ricostruito, di fantasia, la vita condotta da Ovidio in quel mondo estremo. Contestualmente, in un importante capitolo autobiografico, ha ripercorso le sue vicende esistenziali, insistendo sulla vera e propria esperienza di conversione che ha costituito per lui la scoperta, in prigionia, della cultura come strumento di ricostruzione personale e di riscatto. Concludendo la sua esposizione, il candidato ‒ che era già stato scelto come rappresentante degli studenti del Polo Penitenziario in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico a San Gimignano ‒ ha dichiarato che a titolo di autentica pena, le Istituzioni dovrebbero imporre ai condannati di studiare: perché, come avvenuto a lui personalmente, lo studio acuisce la sensibilità, consentendo di maturare una consapevolezza degli errori commessi in passato, e indirizzarsi a nuovi e positivi orizzonti.
Al termine della proclamazione è stato proiettato un videomessaggio del Magnifico Rettore Roberto Di Pietra, che ha a sua volta vigorosamente sottolineato l’importanza dell’Università nei percorsi di recupero della popolazione ristretta, e il ruolo particolarmente efficace giocato dalle discipline umanistiche, che vantano il privilegio di trattare da vicino la bellezza e i valori morali e sociali. Congratulandosi con il neolaureato S. C., il Rettore ha infine auspicato che egli possa intervenire di persona anche al Graduation Day previsto per il prossimo giugno.