"Non ce la fa ad essere sereno quando parla del sindaco"
SIENA. Dal Gruppo consiliare della Lega riceviamo e pubblichiamo.
“Il consigliere Pierluigi Piccini proprio non ce la fa ad essere sereno quando parla delle iniziative del sindaco De Mossi. Assieme al compagno Valentini contrastano, insinuano, ostacolano ogni iniziativa. Comprese quelle che possono portare vantaggi a Siena. La richiesta vivace alla Fondazione Monte dei Paschi, da parte del sindaco di Siena è derubricata ad un deja vu, già cotta e inoltrata dalla Mansi prima, poi da Clarich ed infine da Rossi. Piccini ha evidentemente informazioni riservate perche nessun atto o dichiarazione supporta questa affermazione. E difetta di memoria quando attribuisce alla Mansi la messa in mora della banca. Uno sbaglio o una bugia. Non lo sapremo mai. Poi attribuisce a Clarich una volontà che mai ha messo in atto. Peraltro quel Clarich che, dopo essere stato nominato anche da un Valentini trionfante, non accettò mai neppure di incontrare i capigruppo comunali, invocando la piena autonomia evidentemente anche dalla educazione istituzionale. Infine ci si espone anche al sostegno di Rossi, indicato da Valentini pochi giorni prima di liberare l’ufficio di sindaco, che ieri ha affermato di voler procedere, ma di voler attendere le motivazioni della sentenza di condanna di Mussari e soci, e oggi che bisogna essere cauti perché si corrono dei rischi. Sarebbe interessante capire quali sono questi rischi anche per avvertire gli altri soggetti che hanno partecipato ai famigerati aumenti di capitale 2008-2011 e che affollano i tribunali avendo spesso totale o parziale accoglimento delle loro istanze.
Insomma consiglieri Piccini e Valentini ci voleva molto a dire che l’iniziativa è condivisibile o almeno stare cheti come hanno fatto altri? E per Piccini: ha meritato davvero schierarsi a difesa di amministratori della Fondazione che non ha nominato, e spesso criticato, il cui operato sarà sicuramente analizzato a fondo nel prossimo futuro? In ogni caso, l’unica cosa che emerge dal comportamento di Piccini non è una strategia di lungo respiro, né l’interesse generale, ma solo l’inseguimento del proprio ego smisurato”.