Nero su Bianco interviene con un'analisi sugli interventi necessari nel settore del sociale

SIENA. Nonostante la nostra città abbia sempre investito nel sociale risorse importanti appare evidente che ciò non potrà bastare e che sarà compito della nuova amministrazione mettere in atto politiche finalizzate a far fronte alle nuove emergenze che i cittadini, sentendosi molto spesso lasciati soli dalle istituzioni, devono quotidianamente affrontare.
Ormai tutti sanno che, come risulta dall’ultimo censimento ISTAT, Siena è la città d’Italia con la quota più alta di ultranovantenni. Tale constatazione, se da una parte ci tranquillizza in quanto evidentemente stiamo vivendo in un luogo con un’ottima qualità di vita, sotto altri aspetti ci dimostra che dovremo affrontare sempre maggiori criticità a causa delle tante famiglie che si trovano a dover dare sostegno a parenti anziani e malati; famiglie che, tra l’altro, si sono profondamente modificate nel tempo e sempre più frequentemente sono composte da una sola persona. Non possiamo fare a meno di sottolineare, dal punto di vista della qualità della vita, il ruolo importante che svolgono a Siena le Contrade con le loro tradizioni, la loro unicità ed il grande lavoro di ausilio ai contradaioli più deboli attraverso le Commissioni di Solidarietà molto coinvolte nel sociale, che dovranno sempre più agire in sinergia con le istituzioni cittadine.
Le stesse considerazioni possono valere anche per le famiglie con bambini piccoli che, chiudendosi gli asili e le scuole alle quattro del pomeriggio ed il sabato mattina, si devono prendere cura dei figli in orari che per molti sono ancora di lavoro, con difficoltà immaginabili e solo talvolta attenuate dalla “forzosa” collaborazione di nonni ancora in gamba.
Per non dire poi dei nuclei familiari con disabili ove quasi sempre si vive solo in funzione di essi con pochissimi sostegni economici, psicologici e pratici. Mentre, infatti, la presenza di bambini e di anziani comporta problematiche quasi sempre standardizzate, il vivere quotidianamente la realtà della disabilità è talmente difficile e drammatico che le persone coinvolte, il più delle volte lasciate sole dalle istituzioni, vengono messe a dura prova.
Nella maggior parte dei casi queste difficili situazioni gravano principalmente sulla donna che spesso è costretta ad abbandonare il lavoro e la sua autosufficienza economica, oppure ad accettare lavoretti saltuari o sottopagati per svolgere compiti di cura che potrebbero essere, come in tanti altri paesi civili, delegati nelle ore del giorno a personale esperto ed appositamente formato.
Sappiamo bene che lo sviluppo di politiche sociali finalizzate a favorire l’occupazione femminile fa crescere in maniera esponenziale la produttività del paese, oltre a togliere le donne da quella dipendenza che sovente è causa di violenze di ogni genere (fisica, psicologica, economica). Da non trascurare, poi, che la sussistenza di aiuti alle donne ed alle famiglie può dare nuovi impulsi alla natalità e conseguente abbassamento dell’età media della popolazione.
Questi sono solo alcuni dei motivi per cui noi ci batteremo affinché si arrivi ad una diversa modulazione degli strumenti e delle strutture competenti per tali settori attraverso un coordinamento tra Comune e Azienda USL Toscana Sud Est alla quale chiediamo sin da ora meccanismi più semplici e meno burocrazia affinché i cittadini possano beneficiare degli aiuti necessari.
Per non dire, poi, che il sociale, oltre a portare benessere alla popolazione che si trova ad affrontare problematiche importanti che talvolta sembrano insormontabili, può rappresentare una grande opportunità di lavoro in una città come Siena che ha bisogno, proprio nel campo occupazionale, di sfide importanti e progetti concreti.
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