Gli organizzatori: "Occorre costruire una società completamente diversa, che rifiuti ogni forma di sfruttamento dell’uomo sull’uomo o dell’uomo sulla natura
SIENA. Sabato 6 giugno, tante persone scenderanno in Piazza a Siena come in tutto il mondo, per dare solidarietà alla rivolta scoppiata negli Stati Uniti e per affermare un concetto molto semplice: per chi è più povero, per chi vive del proprio lavoro e non di privilegi e potere accumulati, non è più possibile andare avanti. Negli USA il detonatore è stato il barbaro omicidio di George Floyd, ma è stata la scintilla che ha fatto esplodere un materiale infiammabile fatto di sfruttamento e violenza strutturale verso i neri a cui si è aggiunto il combinato fra crisi sanitaria e crisi economica. Il virus ha reso così palesi le ingiustizie di un modello sociale ed economico che stanno cercando di imporre anche nel nostro Paese: nella sanità, nella scuola, nei servizi pubblici e nel modo di pensare. È un modello che individualizza e abbandona, che ghettizza e opprime, che mette in primo piano il profitto di pochi sulla vita delle maggioranze. Anche nel nostro paese ci sono milioni di persone vivono in condizioni di estrema precarietà, faticano ad arrivare alla fine del mese e lottano per la sopravvivenza. Anche nel nostro paese ci sono discriminazioni e sfruttamento.
Scendiamo, quindi, in piazza sabato 6 giugno per affermare che per uscire da questa barbarie occorre costruire una società completamente diversa, che rifiuti ogni forma di sfruttamento dell’uomo sull’uomo o dell’uomo sulla natura.
– Noi Restiamo
– Cravos Siena
– ANPI
– ARCI RAVACCIANO
– REFUGEES WELCOME
– BANCO ALIMENTARE ONLUS
– FridayForFuture siena
– Amnesty International Siena
– Corte dei Miracoli