Mazzarelli (PD): "Vedremo nelle azioni che il Comune intraprenderà in questo senso, se la sindaca sia davvero intenzionata, come dice, a combattere gli stereotipi e lavorare sul tema dell’inclusione"
SIENA. Durante l’ultima seduta consiliare attraverso un’interrogazione il gruppo consiliare del Partito Democratico ha richiesto all’attuale amministrazione comunale di Siena di ri-aderire alla rete RE.A.DY, la Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, anche in chiave intersezionale con gli altri fattori di discriminazione – sesso, disabilità, origine etnica, orientamento religioso, età – riconosciuti dalla Costituzione, dal diritto comunitario e internazionale, dopo che nel 2019 con uno dei primi atti la precedente giunta era uscita dalla Rete.
La sindaca di Siena ha spiegato di non voler aderire nuovamente alla Rete, riprendendo di fatto le motivazioni del 2019 e sostenendo che fosse inutile l’adesione ad un atto puramente simbolico e formale.
Troviamo questa decisione in perfetta continuità con la precedente amministrazione, ma anche con il governo nazionale, che ha esasperato nella sua comunicazione istituzionale la retorica anti LGBTQIA+, sessista e reazionaria anche grazie alle recenti esternazioni del presidente del Senato su via Rasella e sull’accusa di stupro rivolta al figlio, o a quelle del parlamentare di Fratelli d’Italia Donzelli, riguardo alle affermazioni contenute nel libro del generale Vannacci.
Quello che la sindaca non ha capito, e di questo ci dispiace, è che l’adesione alla Rete Re.a.dy non è un semplice formalità, ma la dimostrazione di voler nei fatti, e non solo a parole, lavorare con impegno e soprattutto in una dimensione di rete, per il contrasto alle discriminazioni e alle violenze legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
In generale riscontriamo a livello nazionale un clima preoccupante sui diritti e crediamo che occorrano strumenti efficaci per combattere fenomeni di omofobia, violenti, e razzisti.
Vedremo nelle azioni che il Comune intraprenderà in questo senso, se la sindaca sia davvero intenzionata, come dice, a combattere gli stereotipi e lavorare sul tema dell’inclusione: questa sarebbe stata un’occasione concreta per dimostrarlo, ma quello che è stato detto è ciò che temevamo da un’amministrazione di destra, nulla di nuovo sotto il sole. Adesso ci aspettiamo da parte di tutte le associazioni sensibili a questo tema e anche dalle altre forze politiche di minoranza un’azione politica forte di iniziative e controllo sull’operato dell’amministrazione Fabio.