SIENA. Dall’Asd Alberino riceviamo e pubblichiamo la nota in merito alla vendita da parte del Comune di Siena dell’area del Campino alle Fonti di Ovile.
“La nostra società da anni aveva depositato il progetto sull’area del campino di Ovile, che andava a qualificare la zona con un impianto sportivo e un’area aperta al pubblico e ai bambini.
Abbiamo inviato su richiesta dello stesso Comune delle lettere di interesse, un interesse che includeva nel progetto anche le contrade limitrofe e il quartiere di Ravacciano, con l’obiettivo comune di creare i presupposti per il recupero dell’area, che sarebbe stata ripulita e messa in sicurezza per utilizzi sociali.
Lo stesso interesse è stato ribadito con una comunicazione firmata da tutte le società di calcio di Siena.
Successivamente la stessa area era stata indicata come punto principale in cui indirizzare le risorse provenienti da fondi europei del progetto Urbinat, per la riqualificazione delle periferie. Quindi la chiusura di un cerchio, il quartiere, le contrade e un gruppo sportivo che utilizzano un bene e partecipano alla sua progettazione.
Molti poi erano quelli interessati al recupero per aspetti affettivi, perché era quello in cui da piccoli siamo andati a giocare un po’ tutti, dove si suonava il tamburo e si girava con la bandiera.
Un pezzo della nostra storia accanto alle fonti di Ovile, un bene di rilevanza storico-culturale, che – abbiamo appreso dalla stampa – il Comune ha prima deciso di inserire tra i beni alienabili e con grande fretta di venderlo.
Dei lotti venduti 4 se li sono aggiudicati le Contrade, mantenendo un utilizzo sociale, solo quello delle Fonti di Ovile, forse il più pregiato, è stato venduto ad un investitore privato.
A questo punto ci domandiamo non ci poteva essere messo un vincolo di destinazione pubblica? Quali garanzie ha la comunità di potervi domani accedere e utilizzarlo? Lasciamo un bene storico come le Fonti all’utilizzo privato?
Oggi assistiamo all’ennesima vendita di un pezzo di Siena, capiamo che tutto ha un prezzo, che le risorse nei comuni sono limitate, ma non per tutti, che a Siena non siamo capaci di attrarre fondi europei e quando ci piovono addosso preferiamo non utilizzarli.
Ci chiedevamo per cosa sarebbe stato ricordato questo Comune e fino a oggi non avevamo una risposta che improvvisamente c’è arrivata: per la vendita o per la svendita non solo di beni ma della nostra storia e dei nostri ricordi. Speriamo solo che quanto è stato ricavato vada ben gestito e non vado a coprire buchi che generano altri buchi.
Nel frattempo, per l’attività nei nostri bambini abbiamo trovato ospitalità presso la struttura del g.s. Geggiano nel comune di Castelnuovo Berardenga, che sta ristrutturando tutti gli impianti con il bonus 110 e risorse regionali, a loro va il nostro grazie”.