L'auto rubata ad uno straniero usata per numerosi furti
SIENA . È ormai noto che la visione delle immagini registrate dalle numerose videocamere di sorveglianza che sono distribuite sulle nostre strade costituisce uno strumento investigativo fondamentale. Ancor più tale strumento risulta essere determinante allorquando si sappia cosa cercare. Esistono ad esempio dei software che permettono la ricerca di una targa e qualche volta, incrociando i dati, si riescono ad ottenere dei risultati che premiano davvero gli sforzi compiuti. Così, in occasione di un furto in appartamento avvenuto alle porte di Siena, era possibile ricavare da una telecamera a circuito chiuso un modello di autovettura, probabilmente in uso ai ladri, visto l’orario notturno nel quale era stata ripresa, e una targa belga. Si trattava di un grosso SUV di una nota marca tedesca, che risultava essere stato rubato a Volterra qualche giorno prima ad un turista del nord Europa. Andando a ricercare quella targa in altri sistemi, i Carabinieri del nucleo investigativo di Siena potevano constatare come fosse stata ripresa anche in altre circostanze e altrove nella Provincia. La stranezza era costituita dal fatto che in quei luoghi e in quegli orari risultava fossero stati compiuti dei furti. Poteva dunque essere utile andare a rintracciare quella macchina che certamente doveva aver continuato a lasciare delle tracce nei luoghi frequentati. Inserita in banca dati come mezzo da ricercare, veniva rinvenuta dai carabinieri di Scandicci regolarmente chiusa a chiave. Forse i ladri avevano in animo di utilizzarla ancora. Non potendosi i Militari impegnare per giorni 24 ore su 24 in un servizio di osservazione, trattandosi di un servizio troppo oneroso in relazione al risultato ipotizzabile, l’auto veniva recuperata e chiusa in un garage della caserma, in attesa di poterne riprodurre le chiavi di apertura con l’ausilio del proprietario. Si riuscivano infine ad effettuare i rilievi scientifici all’interno del SUV e, all’interno di una federa da cuscino rinvenuta all’interno del cofano dell’auto, comparivano ben venti orologi di gran valore, prevalentemente dei Cartier, rubati chissà dove e a chissà chi, oltre ad una enorme mazza e ad un ricco armamentario di grossi cacciaviti. Ora i Carabinieri di Siena indagano per ricostruire chi possa essere il proprietario di quegli orologi e hanno inviato i reperti realizzati, impronte digitali e campioni biologici al RIS di Roma, nella speranza che possano presto emergere i nominativi dei responsabili attraverso prove scientifiche incontrovertibili.