La parola a studenti, insegnanti e sindacalisti che raccontano la condizione del momento
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di Augusto Mattioli
SIENA. Quella scuola pubblica dove fino ad oggi si è poco investito, quegli insegnanti poco pagati e in non pochi casi oggetto di critiche molto dure da parte di genitori invece difensori acritici dei figli, sta rispondendo tutto sommato con efficacia – pur nella situazione di difficoltà causata dall’epidemia di coronavirus – alla richiesta di lezioni vere che viene dagli alunni e dalle famiglie.
La scuola non chiude e la mattina nelle famigli italiane suona la campanella virtuale di inizio delle lezioni. Grazie alle nuove tecnologie, alla rete, continua il rapporto alunni- insegnanti. Sentiamo alcune voci di questo mondo scolastico che si è saputo adattare all’emergenza.
La studentessa “ Alle 8,20 sono in piedi per iniziare le lezioni che possono essere tra i trenta e i quarantacinque minuti con alcuni insegnanti o di un’ ora con altri. Quella che stiamo vivendo è una situazione straordinaria. Bisogna dire che alcuni professori lavorano bene come del resto fanno anche nelle lezioni normali, qualcun altro è meno efficace. Devo dire che la didattica on line serve, se è fatta bene. Certo stare a casa a lungo come succede in questo periodo alla fine stanca. Meglio il rapporto diretto con gli insegnanti e con i compagni di scuola”.
La professoressa Angela Ceccarelli -Istituto tecnico Sallustio Bandini , insegnante di italiano “Quella che stiamo vivendo è una situazione a dir poco drammatica. Ma come Bandini abbiamo messo in atto tutte le strategie consigliate dal Ministero. Devo dire che i miei colleghi, esperti informatici, hanno messo in grado la scuola di organizzare lezioni on line. C’è stata una grande solidarietà tra docenti, studenti e la struttura. E la risposta è stata buona per poter insegnare da remoto. I ragazzi ai quali insegno, un centinaio in quattro classi hanno reagito abbastanza bene, così come le famiglie. Quasi tutti seguono le lezioni on line, con qualcuno che non ha linea sufficiente utilizziamo la posta elettronica. In ogni caso pur nella drammaticità del momento mi sento un po’ sollevata. Stiamo facendo fronte a questo momento cosi difficile. Mi rendo conto, essendo madre di due figlie, delle difficoltà che possono avere le famiglie per queste attività. Quindi occorre buon senso”.
La sindacalista Anna Cassanelli, segretaria provinciale dei” lavoratori della conoscenza Cgil
“Tutto sommato la situazione nelle scuole senesi è abbastanza positiva perche sono state attivate le piattaforme per la didattica on line. C’è un problema di democrazia però, ed è quello che non tutti gli studenti hanno delle buone connessioni di internet, soprattutto nelle zone più isolate in campagna per cui è più difficile la didattica a distanza. Un territorio a macchia di leopardo. E poi in qualche famiglia per problemi anche economici non ci sono tablet o computer per cui c’è chi resta indietro e questa non è un cosa bella. C’è poi un altro aspetto. Per i più piccoli della scuola primaria occorre lavorare anche con il genitore al quale deve essere insegnato come si deve insegnare ai piccoli in questa situazione. La scuola non può fermarsi. Da tempo dicevamo che anche nel primo ciclo della primaria occorreva il tecnico informatico ma il Ministero ha recepito in ritardo. La scuola, tutto il personale, oggi, ha comunque dimostrato, dopo un primo momento di confusione, di saper rispondere con adeguatezza ai cambiamenti imposti dal coronavirus. Con gli stessi dirigenti scolastici c’è stata grande condivisione”.
Certo alla scuola tradizionale non si può rinunciare, anche se tutto non sarà come prima. Sicuramente gli insegnanti da questa esperienza impareranno ad utilizzare questi strumenti dell’informatica. Bisognerà pensare ad avere alternative all’utilizzo di piattaforme internazionali come Google, Microsoft che sono private, attualmente gratis ma che potrebbero non esserlo in futuro. Per cu bisognerebbe puntare su altre piattaforme come Moodle utilizzata per la didattica a distanza dall’Università.