"Preoccupati perché a fine marzo potrebbero mancare alcuni sostegni per i richiedenti asilo pakistani: le Istituzioni non possono restare indifferenti"
SIENA. La rete SISolidal è nata a Siena nell’estate 2022, quando l’arrivo di migranti in gran parte provenienti dal Pakistan – cominciato già nel marzo dello stesso anno- diventa talmente consistente da richiedere un coordinamento fra le diverse associazioni, culturali e di volontariato, e le decine di semplici cittadine e cittadini senesi che si stavano prodigando per far fronte ai bisogni alimentari e sanitari di base di queste persone.
I migranti erano giovani uomini -molti solamente dei ragazzi- entrati in Italia attraverso la rotta balcanica con tutti i segni di un viaggio durato mesi o addirittura anni: ferite, malattie, traumi e malnutrizione.
Uno dei primi atti della Rete SISolidal fu l’invio, agli inizi di agosto 2022, di una lettera aperta al Sindaco di Siena con la quale si contestava la cosiddetta ordinanza anti-bivacco (n. 70 del 29 luglio 2022), mirata a “rimuovere” la presenza di decine di persone dai giardini di Piazzale Biringucci poiché ritenuta contraria al decoro urbano. È bene ricordare che la presenza dei pakistani nei giardini fuori porta San Marco era dovuta – in mancanza di un qualsiasi posto al coperto dove trascorrere la notte – esclusivamente alla vicinanza alla sede della Questura, al di fuori della quale ogni giorno queste persone si mettevano pazientemente ed ordinatamente in fila nella speranza di poter presentare domanda di asilo e richiedere un posto in accoglienza prefettizia, come previsto dalla legge italiana e dal diritto internazionale.
Alla fine dello stesso mese di agosto -in mancanza di una soluzione istituzionale per dare un ricovero temporaneo ai richiedenti asilo, nel frattempo costretti ad utilizzare il parcheggio della Stazione in Piazzale Rosselli come riparo per la notte- SISolidal inviava al Prefetto di Siena, e a tutti i Sindaci dei Comuni della provincia, una seconda lettera aperta, chiedendo di incontrare le Istituzioni affinché esse partecipassero alla presa in carico degli stessi richiedenti, peraltro sempre più numerosi fino a sfiorare le cento unità.
In questa situazione di emergenza, si sono sorprendentemente messe in moto energie e collaborazioni inedite per la città di Siena. Al quotidiano pranzo fornito dalla mensa Caritas presso il Convento di S. Girolamo, si è aggiunta la generosità di decine di cittadine e cittadini che hanno preparato o acquistato la cena da portare alla Stazione. La Misericordia di Tavarnelle Val di Pesa, seguita da Pubblica Assistenza e Misericordia di Siena, il circolo ARCI di Ravacciano e finanche gestori di pubblici esercizi della città hanno contribuito con grande spirito di solidarietà ai turni della cucina, dando un po’ di respiro ai volontari. L’igiene personale è stata garantita grazie all’uso quotidiano delle docce della Caritas a San Girolamo e della Corte dei Miracoli. Sempre alla Corte dei Miracoli -che si occupava altresì della tutela legale dei diritti di queste persone- i senesi che non consideravano degno di una città benestante mantenere nell’indigenza e nel degrado chi chiedeva aiuto hanno portato coperte, scarpe, indumenti, zainetti, cellulari, prodotti per l’igiene personale. La parrocchia di San Miniato ha fornito una gran quantità di coperte e tute. Altri ancora, singolarmente o associati, hanno portato quanto era necessario per l’imminente arrivo dell’inverno direttamente alla Stazione. Consistenti donazioni in denaro sono venute da società commerciali e altri privati cittadini per l’acquisto di indumenti invernali. Nel frattempo, i minori stranieri non accompagnati venivano presi in carico dalla SdS Senese con l’accoglienza in strutture dedicate.
L’aspetto strettamente sanitario è stato gestito dapprima da due infermiere volontarie che hanno incontrato i migranti in strada, provvedendo alle prime basilari cure; in seguito è stato attivato un vero e proprio ambulatorio, negli spazi messi a disposizione della Corte dei Miracoli, grazie alla preziosa disponibilità di un medico e di una infermiera, entrambi in pensione. La Sanità ha risposto con un ambulatorio della zona distretto dotato di medico e infermiera, strutturando poi un protocollo per mettere in rete i professionisti volontari con gli ambulatori della ASL e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria; AUSER e Misericordia, ma anche cittadini singoli, hanno accompagnato chi necessitava di cure alle visite ambulatoriali. Fondi per l’acquisto dei farmaci sono arrivati da Enti caritatevoli della città e della zona fiorentina, come anche da benemeriti privati cittadini.
Il sopraggiungere dell’inverno – in mancanza di una risposta istituzionale strutturata sul problema del pernottamento – ha segnato un nuovo passo nella gestione dell’emergenza. Una volontaria ha colto in un’intervista rilasciata dall’Arcivescovo Paolo Augusto Lojudice un cenno di riconoscenza per come la cittadinanza stava spontaneamente sopperendo ai bisogni di queste persone. Da tale intuizione è scaturito un incontro della rete SISolidal con l’Arcivescovo e la Caritas che in brevissimo tempo ha dato i suoi frutti preziosi: ulteriori 22 posti letto allestiti nel Convento delle Clarisse in via Mascagni (grazie a due bagni chimici forniti dal Comune di Siena e al contributo economico della SdS Senese a parziale copertura degli operatori notturni), 8 dai Salesiani nella parrocchia della Magione, 6 da Don Domenico nella parrocchia di San Rocco a Pilli, 8 nella struttura Caritas dell’Arbia; in più, l’accoglienza dei malati sempre in una struttura Caritas alle Tolfe e fino a 30 migranti ospitati nella struttura ricettiva di Rencine, grazie all’enorme generosità di Don Doriano della Parrocchia di Castellina Scalo. Anche in questo caso i volontari hanno dato il loro contributo: chi facendo turni di notte nei dormitori, chi rifornendo di beni di prima necessità la struttura di Rencine, chi insegnando i primi rudimenti della lingua italiana.
Successivamente, in pieno inverno, l’accoglienza prefettizia si è parzialmente sbloccata con l’inserimento di alcune decine di richiedenti asilo nei centri di accoglienza straordinaria.
A dicembre, i volontari della Rete SISolidal si sono fatti promotori di un incontro con tutti i consiglieri comunali di opposizione, sollecitandoli a portare sui banchi del Consiglio comunale il dibattito su quanto accadeva in città. Purtroppo, la mozione discussa in Consiglio – nella quale si proponevano alcuni interventi di emergenza per una prima e adeguata accoglienza dei senza dimora – veniva respinta.
Con il tempo, la rete solidale si è ampliata. Un altro gruppo di volontari ha incontrato il professor Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena, che con grande sensibilità ha dato vita a un progetto di integrazione dei richiedenti asilo pakistani, coniugando i corsi di alfabetizzazione con l’accesso serale alla mensa universitaria. L’insegnamento della lingua italiana è inoltre erogato gratuitamente dalla stessa Corte dei Miracoli e dal Centro di scambio interculturale e di ricerca Siena Italian Studies con il progetto “Home 4 the World”. Contatti sono in corso anche con l’Università degli Studi di Siena per sviluppare nuovi progetti di integrazione basati sull’apprendimento della lingua italiana.
Tutta l’intensa attività sin qui descritta rischia, a breve, di subire una grave battuta di arresto per il naturale esaurimento delle risorse, umane ed economiche, di chi in tutti questi mesi si è fatto carico di migliorare le condizioni di vita, umanamente non sostenibili, dei richiedenti asilo arrivati in città durante lo scorso anno.
Nonostante la Caritas abbia assicurato che continuerà a dare risposta a questa emergenza, la Rete SISolidal non può non essere preoccupata perché la questione dell’accoglienza è ancora urgente e servono risposte strutturate da parte di tutti per farvi fronte.
Tra quindici giorni ci saranno di nuovo persone senza accoglienza alla Stazione? È passato un anno e siamo al punto di partenza?
Chiediamo alle Istituzioni tutte di affrontare con serietà e spirito costruttivo questo fenomeno che, ormai, emergenza non può più essere definita e progettare affinché da persone da mantenere si facciano diventare cittadini capaci di autodeterminarsi e che contribuiscano al benessere e alla produttività del territorio.
