SIENA. Una ventina di manifestanti è entrata urlando “Free Free Palestine” nella riunione del Senato Accademico dell’Università di Siena.
La richiesta fatta all’Ateneo toscano è di non partecipare al bando Maeci per il finanziamento di progetti congiunti di ricerca italo-israeliani. “La formazione non deve avere nulla a che fare con la guerra”, affermano i manifestanti, che fanno parte dei comitati Palestina Libera! e Palestina Siena & Provincia.
Nell’assise universitaria alcuni studenti senatori hanno presentato inoltre una mozione in cui si chiedono “una presa di posizione pubblica al fianco del popolo palestinese e per il cessate il fuoco immediato e permanente”; “il boicottaggio e il disinvestimento delle istituzioni accademiche israeliane e da quei suoi studiosi che manifestano adesione e sostegno materiale e simbolico al sistema coloniale e di apartheid israeliano, essendone così parte integrante e attiva”; “la rescissione delle collaborazioni e degli accordi in atto con le università israeliane; “l’impegno a non sottoscrivere nuovi accordi con le università israeliane; “la rescissione delle collaborazioni e degli accordi in atto con le istituzioni militari e con le aziende produttrici di armi, quali Leonardo S.p.A, e le loro estensioni di propaganda culturale, quale la fondazione MedOr, poiché crediamo che anche questo tipo di rapporti siano contrari ai principi etici della ricerca”. “Vi chiediamo una presa di posizione. Si tratta di avallare quanto fatto da Israele o sostenere un popolo che sta soffrendo”, le parole di uno degli studenti universitari, e membro dei comitati, di fronte al rettore dell’ateneo Roberto Di Pietra. Una ragazza di origine palestinese ha invece denunciato di aver subito due casi di razzismo nella città toscana e si è detta “non sicura” di vivere in Italia.
“Grazie per la vostra opinione, noi dobbiamo continuare il nostro lavoro”, così Di Pietra.
I manifestanti sono usciti e il Senato si è messo a discutere la mozione all’ordine del giorno.