SIENA. Alla fine del 2015 l’incidenza del web sulle vendite al dettaglio delle imprese medio-piccole non superava il 5 per cento, ma nel corso del 2016 la crescita di questa voce di fatturato è stata superiore al 10 per cento. E’ una dei dati più rilevanti del “Rapporto Omnichannel retail” redatto dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano dopo aver interpellato nei mesi scorsi quasi 500 tra retailers italiani top e medio piccoli. Il 61 per cento dei retailer medio-piccoli ha investito per migliorare la propria ‘omnicanalità’, ovvero l’integrazione tra negozio fisico, online e mobile: a tutt’oggi persiste tuttavia una consistenze minoranza (circa un terzo del campione) per i quali l’innovazione digitale non è una priorità.
IL CONTESTO DI INNOVAZIONE. Il Rapporto è stato presentato oggi a Siena durante l’iniziativa “L’impresa diffusa verso il digitale”, nuovo capitolo del percorso #Openimprese con cui Confesercenti sta accompagnando in tutta la Toscana la piccola e media impresa verso un uso più consapevole ed efficace delle nuove tecnologie. Tra gli interventi del Segretario generale di Confesercenti nazionale Mauro Bussoni e dell’Assessore alla Presidenza e Innovazione della Regione Toscana, Vittorio Bugli; e quelli di Carlo Conforti e Nico Gronchi, rispettivamente Presidente provinciale e regionale di Confesercenti, il Direttore dell’Osservatorio Digitale nel Retail Valentina Pontiggia ha illustrato i dati raccolti. Tra le imprese europee di commercio al dettaglio, quelle italiane ‘contano’ più per il numero (18 per cento) che per il fatturato (12 per cento). In questo contesto, in un caso su due adottano processi di innovazione per volontà e intervento diretto del proprietario del negozio. Un 20% dei medio-piccoli retailer si affida invece a una figura professionale (interna o esterna) dedicata all’innovazione, altrettanti ad una società esterna. Indipendentemente da chi sia il promotore dell’innovazione, il 67% dei medio-piccoli retailer dichiara che manca il monitoraggio e controllo delle performance legate all’introduzione del digitale.
i FATTORI FRENANTI. Stando ai dati del Rapporto Ominchannel Retail, l’incidenza dell’investimento in innovazione digitale è limitata: i medio-piccoli retailer del campione investono pochi decimi di punto percentuale del fatturato generato (0,2-0,3%) . Tra le barriere che bloccano l’investimento, gli imprenditori segnalano i costi elevati (indicati dal 54% del campione) e la mancanza di competenze interne adeguate (44%).
DATI DI STIMOLO. Secondo Vittorio Bugli “per la Regione Toscana l’ambito principale di intervento in tema di innovazione è l’estensione della banda larga sul territorio. Ma gli strumenti digitali possono rivelarsi determinanti anche per il rilancio delle aree in cui il commercio tradizionale era presente in passato”. Carlo Conforti ha evidenziato che “L’innovazione va governata, non subita. Un concetto non semplice da tradurre in pratica ma stiamo attuando da tempo cercando di coinvolgere le imprese del territorio”. E per Nico Gronchi “con il progetto OpenImprese abbiamo cercato di avvicinare le PMI all’innovazione, attraverso un percorso di crescita e sviluppo. Come Confesercenti abbiamo scommesso sul valore del digitale, le nostre imprese dovranno tentare di seguire ed anticipare le sfide poste dall’innovazione tecnologica, per sopravvivere e svilupparsi in una realtà economica in continuo mutamento”.