SIENA. Non è passata la mozione in merito alle garanzie di applicazione della legge 194, contenente le norme sulla tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza, presentata durante il consiglio comunale di ieri da Marco Falorni (Impegno per Siena), Massimo Bianchini e Andrea Corsi (L’Alternativa). Falorni, richiamando quanto previsto dalla legge “che nei suoi presupposti risponde a una logica prettamente preventiva all’aborto, prevedendo precisi compiti per i Consultori e le strutture socio-sanitarie, affinché siano identificate le cause che portano una donna a interrompere la gravidanza, così da aiutarla a superarle”, aveva chiesto l’impegno del sindaco e della giunta “affinché la Regione Toscana si attivasse ad emanare atti che, nell’ambito delle proprie competenze, garantiscano la piena attuazione degli strumenti preventivi all’aborto come contenuto nella normativa. Ma anche concreti indirizzi alle strutture socio-sanitarie del territorio per la verifica e l’attuazione di quanto contenuto negli artt. 2 e 5 della 194, magari attraverso convenzionamento con associazioni locali di volontariato, specializzate in questo settore”.
Dai banchi della maggioranza la consigliera Giulia Periccioli ha espresso all’aula la non condivisione dei principi contenuti nella mozione, sia dal punto di vista tecnico, che etico, precisando che “sarebbe stato auspicabile un dibattito sull’aggiornamento e la revisione della legge, nonché un approfondimento su alcuni temi quale l’obiezione di coscienza dei medici e l’uso della contraccezione come strumento di prevenzione anche a tutela della salute”.