La petizione è destinata al sindaco De Mossi
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di Augusto Mattioli
SIENA. Sta girando sui social una petizione sottoscritta fino ad ora da circa 500 persone tra genitori e insegnanti sulla chiusura di tutte le scuole a Siena città, nidi, materne e primaria comprese. Una situazione che mette in difficoltà le famiglie dei più piccoli che devono essere seguiti a casa da qualcuno mentre i genitori devono lavorare.
”Siamo in zona arancione – dice Francesca De Zio, un figlio al nido e uno alla materna – tutto è aperto ma le scuole no. Per questo abbiamo lanciato una petizione, chiedendo un incontro al sindaco De Mossi. Ci domandiamo perche le scuole chiudono e il resto è aperto. Come i parchi dove i nonni portano i nipoti. Lì non ci sono contatti? Siamo consapevoli certo – sottolinea De Zio – del fatto che si decida di chiudere le scuole ma dopo un anno siamo alla solita situazione. I contagi arrivano da fuori della scuola”.
Nelle scuole, a quanto ne sappiamo, le misure contro il contagio sono state prese ma fuori bambini e ragazzi di varia età hanno contatti con persone da cui possono essere infettati. Se poi si parla degli studenti più grandi magari a scuola si rispettano tutte le regole ma appena fuori spesso queste ultime saltano. Come è accaduto in periodo di zona gialla con assembramenti vari in piazza del Campo o in via Banchi di Sotto.
Tornando alla petizione De Zio tiene a precisare che “la nostra iniziativa vuole essere assolutamente pacifica e contro nessuno”.
In ogni caso è il segno di un forte disagio di famiglie e insegnanti.
Il testo della petizione
“Siamo un gruppo di genitori di bambini che frequentano le scuole nido, infanzia e primaria di Siena e provincia. Con la presente saremmo a chiederLe delle spiegazioni alla luce delle decisioni prese ieri, 5 Marzo 2021.La nostra indignazione nasce quando apprendiamo con stupore che Siena da lunedì 08/03/2021 sarà zona Arancione, torneranno aperte molte attività , ma le scuole rimarranno chiuse.La decisione presa crea grave disagio soprattutto ai bambini, costretti a vedere la loro quotidianità dietro uno schermo, esattamente come un anno fa. La loro frustrazione per non poter interagire in maniera abituale con le loro maestre e i loro compagni è palpabile ad ogni lezione su Meet.Da quello che molti di noi genitori e insegnanti abbiamo potuto verificare è che con i protocolli dati, che vengono costantemente aggiornati e rispettati è molto difficile contagiarsi nell’ambiente scolastico; forse ci si contagia fuori dall’ambiente scolastico per poi portare il virus dentro la scuola. Nasce quindi spontaneo la frustrazione di vedere come ci si accanisca contro un settore che costa molto e non porta profitto, trascurando quello che di negativo queste chiusure comportano sui bambini/ragazzi in primis e sulle famiglie poi. Si decide quindi di chiudere ciò che ha poco impatto da un punto di vista economico. La scuola deve essere un posto sicuro e aperto (la nostra Costituzione garantisce il diritto all’istruzione negli articoli 3 – 33 – 34), non il primo ad essere chiuso, ma l’ultimo.Oggi, a distanza di un anno dall’insorgere della pandemia Covid-19, ci domandiamo perché, nonostante il rispetto rigoroso dei protocolli da parte dei nostri figli, delle loro insegnanti e dei collaboratori scolastici, siamo di nuovo al punto di partenza? Dopo un anno non accettiamo che l’unica soluzione sia chiudere le scuole, quando, in realtà, tutto il resto è aperto! Forse questi protocolli sono da cambiare? Siamo consapevoli che il virus si sia modificato rispetto allo scorso Settembre, oggi difatti è più contagioso. Pensiamo, però, che sia maggiormente contagioso oltre che tra i bambini, anche tra gli adulti e tra gli anziani. Perché, allora, ha (avete) deciso di chiudere solo le scuole, i luoghi in cui i protocolli sono più rigidi e rispettati, mentre il resto resta normalmente aperto? Siamo spettatori, tutti i giorni, di regole che vengono infrante e non rispettate, continuate a tenere aperti settori produttivi non essenziali, ma la scuola che avrebbe dovuto essere l’ultima a chiudere (La scuola è aperta a tutti. Art. 34 della Costituzione), rimane chiusa. Ribadiamo che siamo consapevoli del tragico momento in cui la sanità di Siena e l’Ospedale Le Scotte si trovano, e la chiusura delle scuole è un sacrificio che siamo disposti a sopportare se tutto però rimanesse chiuso. La chiusura delle scuole in un momento in cui i contagi sono notevoli ed il virus non si ferma può essere giusto e capibile, al fine di salvaguardare la salute di bambini e famiglie, ma ribadiamo di non capire come mai SOLO le scuole rimangono chiuse sebbene siamo in zona arancione da lunedì 8 marzo”.