di Giulia Tacchetti
SIENA. Nell’aula magna dell’Istituto Sarrocchi oggi (10 gennaio) Ambra Angiolini e Ludovica Modugno hanno incontrato gli studenti della scuola e dell’Università di Siena per una riflessione su un tema tanto attuale quanto doloroso, come quello del bullismo, che coinvolge soprattutto i giovani in età scolare.
Sostenute dalla pièce teatrale “Il nodo” di Johnna Adams (traduzione di Vincenzo Manna e Edward Fortes), in scena al Teatro dei Rozzi l’11 e il 12 gennaio con la regia di Serena Sinigaglia, una delle figure più impegnate nel panorama internazionale, lanciano alla città (e non solo) la sfida di sciogliere il “nodo” annoso chiamato bullismo e lo fanno nel luogo più adatto: in una scuola, con studenti e professori.
All’inizio ci sembra di assistere al solito incontro a scuola tra adulti e ragazzi, che chiacchierano tra di loro, poco interessati all’argomento, attenti invece a non farsi riprendere dai professori. Dopo che hanno parlato le rappresentanze scolastiche ed universitarie, Ambra Angiolini prende la parola con l’inconfondibile “ciao” televisivo, dal tono e contenuto di “allora” (alludiamo alla fortunata trasmissione “Non è la Rai” -ndr). Chi ride e chi pensa come noi di essere capitato in un déjà-vu. Ambra invita gli alunni ad esprimere le loro opinioni, esperienze perché ci tiene a sottolineare: “Io ci metto la faccia da sempre. E’ necessario dire chi sei, come ti chiami. Non voglio raccontare di me. Voglio sapere di voi.” Anche per calarsi meglio nel personaggio da interpretare. Si rivolge prima a Ludovica Modugno chiedendole se è mai stata bullizzata. La risposta negativa non chiude l’argomento, ma mette in evidenza una donna forte, che spiega come la regista Sinigaglia cerchi di portare la disciplina teatrale nella scuola come aiuto nella ricerca della personalità; poi chiede agli alunni cosa ne pensano del testo teatrale “Il nodo”, letto precedentemente a scuola.
Uno studente sostiene che gli è piaciuto per lo scambio di opinioni tra docente e genitore, che gli ha fatto scoprire il punto di vista dell’insegnante, che prima non aveva considerato. Un secondo è rimasto colpito dal tema scritto dal Gidion, il bambino della pièce teatrale, giudicandolo molto forte. A Ludovica Modugno quel testo ha provocato dolore in quanto scaturisce da una forte sofferenza, da un disagio non compreso neppure dalla madre, che genera solitudine. Ambra Angiolini non si meraviglia del contenuto del tema, ma della totale mancanza di comunicazione tra i personaggi.
Lo spettacolo “Il nodo” racconta un pezzo di vita contemporanea, ora, adesso. Parte da un fatto realmente accaduto in America, dove un bambino di otto anni, dopo essere stato bullizzato, si è impiccato. La pièce teatrale si svolge in una scuola pubblica di Lake Forest, piccolo centro nei dintorni di Chicago, ma non è importante il “dove”, ma il “quando” e soprattutto il “perché” (dalle note di regia). I ragazzi incominciano a sciogliersi e a partecipare in modo più consapevole. Indubbiamente le due attrici sono state scelte per questo tipo di spettacolo teatrale non solo per le loro abilità attoriali, ma perchè danno al ruolo dell’attore un compito ben preciso, capace di suscitare emozioni. Ambra cattura pian piano l’attenzione di un pubblico così difficile con quel suo fare leggero e divertito, dimostrando l’esperienza che ha nella comunicazione.
Risuonano un po’ incerte le prime risposte, poi ecco che gli studenti decidono di esprimersi liberamente, fuori da ogni scaletta precedentemente preparata e contestata garbatamente da Ambra Angiolini, raccontando anche di sé. Cesare sostiene che la diversità dovrebbe essere considerata positiva, non negativa. Mattia si rivolge agli adulti chiedendo perché, quando si esprimono, usano la formula impersonale “noi”, e non dicono “io”: io ho sbagliato, io ho detto. Il “noi” impersonale diminuisce la responsabilità. Jamel e Tobia evidenziano un grosso problema: i giovani non parlano dei loro disagi, per non sembrare stupidi. “Parlare con la mia famiglia mi ha dato un momento di pace”. Damiano cerca di capire l’intento dell’autrice Johanna Adams, che è quello di mettere al centro della storia un ragazzo diverso o forse troppo creativo, per questo non compreso. Guido racconta come dalla sua esperienza di ragazzo che ha subito per anni il bullismo, ne sia uscito più forte, perché aiutato dai genitori.
Purtroppo il suono della campanella, che conclude la giornata scolastica, interrompe bruscamente questo flusso di racconti ed osservazioni. Comunque il messaggio è scaturito: occorre parlare, comunicare agli altri il proprio malessere. Per questo Angiolini vede nel teatro un grande aiuto e si rende disponibile a dare il via dentro la scuola a corsi di recitazione.
Se Ambra Angiolini e Ludovica Modugno sabato e domenica avranno nella rappresentazione teatrale la stessa forza di coinvolgimento, non solo come attrici, ma anche come persone impegnate nel sociale, sarà senz’altro un successo.