"Sarebbe normale se l'opinione pubblica si domandasse la provenienza dei soldi di chi arriva e si compra mezza città"
SIENA. Da Civici in Comune riceviamo e pubblichiamo.
“Venerdì 3 Febbraio, in un’aula luminosa e accogliente dell’Università per Stranieri, in via dei Pispini, si è tenuto il dibattito pubblico, promosso e organizzato dall’Associazione Civici in Comune, “L’odore dei soldi. Governare contro mafie e illegalità”, per indagare la presenza di capitali mafiosi e fenomeni di riciclaggio nell’economia del territorio senese.
Dopo il saluto del padrone di casa, Rettore Tomaso Montanari, davanti a una sala piena di cittadini, anche giovani, hanno risposto alle domande del direttore de L’Espresso, Alessandro Rossi, gli esperti invitati.
Andrea Bigalli, presidente dell’Osservatorio Regionale della Legalità e referente per la Toscana di Libera, nel citare i preoccupanti dati in crescita per la Toscana (+ 115%) dei reati collegabili alle mafie, ha sottolineato l’importanza dell’indignazione e della reazione da parte della società civile, inevitabilmente accompagnate dal ruolo fondamentale degli organi di informazione, che dovrebbero dare forte risalto a inchieste e notizie correlate a fenomeni mafiosi. Perché c’è un problema di percezione, le mafie sono nei nostri territori non solo come infiltrazioni ma ormai come fenomeno radicato.
La politica e gli amministratori hanno il dovere di governare contrastando e vigilando con tutti gli strumenti possibili.
Jacopo Iacoboni con Gianluca Paolucci, co-autori del libro intitolato “Oligarchi”, hanno ricostruito le inchieste sui flussi di denaro provenienti dalla Russia verso il nostro paese, compresa Siena, con l’arrivo di Bidilo, per la ristorazione, e degli Armeni per il calcio.
Hanno inoltre sottolineato che “sarebbe normale se l’opinione pubblica si domandasse la provenienza dei soldi di chi arriva e si compra mezza città”.
Opinione pubblica e istituzioni che non dovrebbero rimanere indifferenti, a maggior ragione se si parla di acquisti a costi spropositati che drogano il mercato locale.
Il caporedattore de L’Espresso Enrico Bellavia ha raccontato il filo che lega la mafia palermitana, autrice del famoso “sacco di Palermo”, al territorio senese fino all’avvenuta confisca della tenuta di Suvignano (Monteroni d’Arbia) di proprietà del boss mafioso Piazza. Tenuta che con Alfano ha addirittura rischiato di essere messa all’asta (modalità che avrebbe potuto facilmente permettere alla mafia di ricomprarla), fortunatamente poi scongiurata da una forte opposizione. Ha inoltre ricordato come oramai il radicamento mafioso nei territori toscani sia profondo e come, nel prossimo futuro, non saranno più distinguibili le famiglie mafiose dall’architettura sociale e produttiva complessiva.
Ringraziamo i relatori, per la disponibilità e la qualità degli interventi, tutti i cittadini presenti, per l’interesse mostrato verso un tema così delicato ma centrale per la positiva rinascita culturale, sociale ed economica della nostra città, gli organi di stampa intervenuti, in particolare La Nazione che ha riservato a questo importante dibattito pubblico lo spazio necessario per informare i cittadini.
Ci auspichiamo in futuro un sempre maggiore interesse anche da parte dei mezzi comunicazione, fondamentali veicoli per tenere alto il livello di guardia verso questi fenomeni.
Attrarre investimenti è certamente un comportamento virtuoso di un territorio, ma è necessaria una soglia di attenzione elevata da parte delle istituzioni e della società civile tutta, per attrarre solo investimenti sani nel pieno rispetto della legalità”.