Nuovo ricorso in Cassazione per chiedere la revoca della sentenza riguardante il suo licenziamento in tronco del 2016
Riceviamo e pubblichiamo dal maestro Adriano Fontani, protagonista di una vicenda giudiziaria che non ha ancora avuto fine.
SIENA. Martedì 22/8/ 2023 depositeremo in Cassazione, entro il termine dei 20 giorni di Legge, tutta la documentazione relativa al nostro Ricorso depositato entro i 6 mesi di Legge in data 2/8/2023 contenente la RICHIESTA DI REVOCAZIONE DELLA SENTENZA della Sezione Lavoro della Cassazione n. 3133 del 2/2/2023 riguardante il mio LICENZIAMENTO IN TRONCO datato 31/10/2016 e le 2 pesanti sanzioni di Sospensione ad esso propedeutiche immediatamente precedenti da Luglio a Settembre 2016.
Licenziamento ESCLUSIVAMENTE MOTIVATO DA MIA PRESUNTA “DIFFAMAZIONE” DELLA SCUOLA PUBBLICA ITALIANA.
Cio’ infatti mentre io sono sempre stato difeso in tutti i modi (petizioni scritte e visite di protesta dei genitori all’USP, pubbliche assemblee, minacce di trasferimento dei figli in altra Scuola in mia assenza, aule completamente vuote per protesta,…) dalla totalità di genitori e famiglie, assai stimato e amato da loro e dai loro bambini come ottimo Maestro ma sempre inutilmente.
Questa dinamica a mio totale quanto inutile sostegno degli utenti si e’ verificata in modo identico sia nella prima scuola dove questa mia odissea iniziò (2004 – 2005, Buonconvento), così come nell’ultima dove sono stato licenziato e poi solo per pochi mesi reintegrato (2016 – 2020, Asciano) ma sempre SOTTO LA SOLITA REGIA DEI MASSIMI VERTICI SCOLASTICI PROVINCIALI E REGIONALI a me del tutto ostili da quando il 12/9/2004 protestai pubblicamente per la GRAVE DISCRIMINAZIONE DA ESSI OPERATA A MIO CARICO SU DICHIARATE “PRESSIONI” CONTRO DI ME DA PARTE DELLA POTENTE SETTA DEI TESTIMONI DI GEOVA, da essi ostracizzato per esserne uscito 18 anni prima per “eresia e ribellione” (allora questa notizia andò e poi e’ ripetutamente finita periodicamente su tutta la Stampa Nazionale, quotidiana e periodica, grazie a ripetuti lanci d’Agenzia di ANSA e ADNKRONOS).
Con la suddetta Sentenza la Cassazione respingeva il ns. Ricorso depositato il 24/2/2021 contro la Sentenza di Appello del Giudice del Lavoro di Firenze del 25/6/2020 che convalidava Sanzioni e Licenziamento ribaltando quella di 1.o grado del Giudice del Lavoro di Siena che in data 19/7/2019 aveva invece annullato tutto.
L’attuale Ricorso è basato tecnicamente sull’articolo 391bis cpc ma sostanzialmente sulla flagrante e gravissima violazione dei diritti fondamentali stabiliti dalla nostra Costituzione: articolo 24 sul DIRITTO ALLA DIFESA e articolo 111 sul DIRITTO AL GIUSTO PROCESSO.
Infatti MAI NEI 3 GRADI DEL GIUDIZIO CIVILE DI LAVORO, mai e’ stata disposta l’istruttoria da noi richiesta con esame dei testimoni a difesa.
Istruttoria con esame dei testimoni che invece fu disposta dal Giudice Penale del Tribunale di Siena in 2 contemporanei processi-fotocopia paralleli (poi riuniti nel n.o 1085/2018) che riguardavano gli stessi identici fatti e le stesse identiche accuse.
Infatti il 1.o troncone riguardava le mie presunte aggressioni verbali e fisiche ad una collega poste a base delle 2 sanzioni, mentre il 2.o riguardava il contenuto presuntamente diffamatorio dei miei cartelli e volantini con cui informavo e protestavo contro di esse.
In data 25/1/2021, cioè 7 mesi dopo la summenzionata Sentenza perdente di Appello del Ricorso di Lavoro, la Sentenza penale mi assolveva 3 volte: per “FATTO NON SUSSISTE” per le mie inesistenti aggressioni; per “FATTO NON SUSSITE” per una parte dei miei cartelli e volantini e per “FATTO NON COSTITUISCE REATO” per la restante parte, avendo il Giudice riconosciuto che non solo non era diffamatorio ma era di “pubblico interesse” il loro contenuto.
Depositata detta Sentenza Penale, diventata definitiva già in 1.o grado in data 23/5/2021, unitamente al suddetto Ricorso per Cassazione eravamo pienamente quindi fiduciosi nell’annullamento delle Sanzioni e del Licenziamento perché basati su accuse già dimostrate del tutto false in via definitiva da detta Sentenza Penale che invece veniva dichiarata dalla Cassazione inammissibile in via di diritto.
Cosi’ il nostro Ricorso veniva respinto dalla Sezione Lavoro con la suddetta Sentenza del 2/2/2023, per di piu’ senza che la Suprema Corte disponesse neppure, come poteva e doveva fare, il rinvio alla Corte di Merito per fare quell’Istruttoria mai fatta con esame dei testimoni che si era dimostrata invece decisiva in sede penale.
Ricordo che già 12 anni fa in una interrogazione presentata al Ministro della Giustizia dai 2 Senatori radicali toscani Marco Perduca e Donatella Poretti, depositata in data 18/5/2011, cioe’ dopo solo i primi 6 anni di mie vicende giudiziarie (2005 – 2011) si denunciava in 11 dettagliate pagine quanto segue: “IL MAESTRO ADRIANO FONTANI VITTIMA DA ANNI DI DENEGATA GIUSTIZIA, ORMAI DA TEMPO DEGENERATA IN PERSECUZIONE, ACCANIMENTO E MASSACRO GIUDIZIARIO. …. UNA MANIFESTA OSTILITÀ CONTRO LA SUA PERSONA E I SUOI SCRITTI: I SUOI ESPOSTI, I SUOI RICORSI, LE SUE DENUNCE”.
Queste gravi accuse erano state formulate nel 2011 e sono state più che confermate nei successivi 12 anni (2011 – 2023) nei confronti della MAGISTRATURA INQUIRENTE e di quella GIUDICANTE CIVILE, mentre sugli stessi fatti ed accuse io sono sempre stato scagionato da quella GIUDICANTE PENALE.
Infatti i summenzionati processi penali riuniti sono solo 2 di ben 13 in totale tutti direttamente collegati alla mia odissea scolastica voluti a mio carico dalla Magistratura Inquirente in 15 anni, dal 2008 al 2023, senza che mai una sola volta la locale Procura sia riuscita ad ottenerne una sola condanna a mio carico.
PIÙ EVIDENTE DI COSI’ IN QUESTO PROCEDIMENTO CIVILE DI LAVORO LA TOTALE VIOLAZIONE DEI FONDAMENTALI DIRITTI COSTITUZIONALI ALLA “DIFESA” E AL “GIUSTO PROCESSO” GARANTITI DAGLI ARTICOLI 24 e 111 DELLA COSTITUZIONE NON È IMMAGINABILE, visto che mi fa pagare prezzi altissimi sul piano economico (valutabili in perdite di ALCUNE CENTINAIA DI MIGLIAIADI EURO!!), umano, morale, professionale e reputazionale, con gravissime ripercussioni subite su ciò che è di maggior valore per tutti noi, la famiglia ……e tutto cio’ per accuse che un Tribunale PENALE aveva già dimostrato in via DEFINITIVA essere completamente false e inventate e perciò decadute in toto.
Infatti in caso di respingimento di questo ulteriore 3.o Ricorso di Lavoro (1 in 1.o grado e 2 in Cassazione) faremo, entro i 4 mesi di Legge, RICORSO ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO (CEDU) DI STRASBURGO.
M.o Adriano Fontani