L'analisi di Siena Pirata su risse e violenze

SIENA. Da Siena Pirata riceviamo e pubblichiamo.
“Guardiamo agli aspetti positivi degli ultimi fenomeni di risse e violenza in pieno centro storico, a Siena. Come primo aspetto, ha permesso alla cittadinanza di conoscere esponenti politici mai visti né sentiti, almeno fino ad ora. Persone che, deputate alla gestione della cosa pubblica, erano rimaste fino ad ora nell’ombra, per poi scoprire quanto il tema dell’immigrazione abbia ancora una certa presa sull’elettorato.
Tra gli altri aspetti positivi, finalmente Siena scopre che a Siena non ci vivono solamente i senesi. Anzi, la popolazione non indigena sta aumentando (i senesi pare non facciano quasi più figli: l’anno scorso, 2 morti per ogni nato), portando in città consuetudini e modi di vivere diversi, che non sempre si conciliano a pieno con il tradizionale quotidiano senese. Qualcuno potrebbe sottolineare che non è un aspetto positivo, perché danneggia la città e i suoi abitanti. Forse, ma questi giovani provenienti da paesi più poveri hanno talvolta avviato attività commerciali, pagando affitti ai proprietari (senesi?). Molti di loro lavorano in esercizi commerciali della nostra città e portano avanti settori come il turismo e la ristorazione, dove sempre meno italiani vogliono lavorare. Anche edilizia e agricoltura beneficiano della manodopera straniera, dove ormai trovare un italiano (e men che mai un senese!) è diventato molto raro. Per non parlare dell’assistenza agli anziani: qualcuno ha un badante/una badante italiana?
Vediamo anche altri aspetti positivi, ovvero che Siena non è più la città immersa in un eterno e immutabile passato, ma, alla fine, il presente è arrivato anche qui e dobbiamo farci i conti. Siena sta uscendo da quella che si chiama “comfort zone” (con il poco invidiabile podio di seconda città più cara d’Italia[1]), intraprendendo una nuova stagione fatta anche di stravolgimenti sociali che potrebbero anche far bene ad una società forse troppo ancorata al passato e alla tradizione, con tutti i suoi limiti (tra cui il premiare l’appartenenza e non la competenza).
La società odierna è definitivamente multiculturale e dobbiamo farci i conti. Ignorare o minimizzare il problema, derubricandolo solo a “mancata integrazione” (che poi, integrazione a cosa? Ognuno è diverso ed è la diversità a far crescere le società!) come è stato fatto fino ad ora, oppure plasmarlo per farne demagogia e propaganda, è inutile e dannoso.
L’Italia sconta da decenni un problema di gestione dell’ordine pubblico e funzionamento della Giustizia. Penalizzata da leggi inefficaci, processi giudiziari lunghi e farraginosi (già oggetto di procedure di infrazione, tra le 65 di cui l’Italia è gravata, da parte della UE[2]), una classe politica spesso poco incline ad efficentare i processi (avete mai visto un tacchino infilarsi da solo nel forno?), ma sempre pronta a sfruttarne le conseguenze per motivi propagandistici.
Forse, concludendo, l’aspetto maggiormente positivo della questione è proprio nell’enorme dibattito popolare che si è sviluppato sui social media, ormai specchio (deformante) della società. Il nostro appello è semplice: senesi, più che scagliarsi con gli ultimi, i poveri, gli immigrati, perché non provare per una volta a dirigere lo sguardo verso la classe politica che amministra questo Paese e questa città chiedendo leggi giuste, severe ed efficaci? Siamo consapevoli che anche la criminalità nostrana ne verrebbe in qualche modo danneggiata, ma, cribbio!, un piccolo sacrificio per un vantaggio comune val bene l’impresa, no?
N.B. Nessun extracomunitario è stata importunato per la foto: abbiamo usato Grok”.
[2] https://eurinfra.