
SIENA. La recrudescenza del Covid non permetterà di accendere le 50 candeline preparate sulla torta di compleanno della sezione senese del Cai (Club alpino italiano), nata il 18 ottobre del 1970 con una cinquantina di aderenti nel Palazzo dei Rozzi in Via di città. Ora il Cai a Siena ha ben 700 aderenti. La loro festa a causa della pandemia slitta all’anno prossimo.
I soci comunque non restano con le mani in mano. Stanno preparando un libro sulla storia del Cai senese per celebrare la ricorrenza.
Ma l’attuale sezione in realtà ha un lontano progenitore. A Siena fu creata una sede del Cai nel 1875, a soli 12 anni di distanza dalla fondazione a Torino del Cai nazionale per volontà di Quintino Sella. Nella nostra città collinare l’amore per la montagna e l’alpinismo era una passione d’elite, coltivata da pochi. A capo del sodalizio fu l’allora sindaco Luciano Banchi, intellettuale, storico e scrittore. Ma a otto anni dalla nascita, la sezione fu sciolta per il ridotto numero di soci.
Rinacque quindi un secolo dopo, nel 1970. E da allora il Cai senese ha continuato ad allargare i suoi orizzonti diventando un’associazione molto popolare. E tante cose sono cambiate da allora. Fino agli inizi degli anni Novanta, il Cai era un’associazione prettamente maschile. C’era a quel tempo una sola donna, alla quale fu assegnata la mansione di segretaria. Ma negli anni a seguire “l’invasione” delle donne è stata massiccia. Un tempo il Cai era un’associazione per soli adulti. Ora ci sono torme di bambini organizzati nel gruppo degli “Aquilotti”, che fanno trekking insieme ai genitori ma anche si arrampicano con funi e moschettoni.
In passato nel Cai si andava in montagna, ovvio, con i piedi negli scarponi. Ora si va anche anche con i piedi sui pedali. C’è infatti un gruppo di appassionati che organizza escursioni con mountain bike.
Prima i soci del Cai camminavano soltanto “sulle” montagne. Ora camminano anche “dentro” le montagne. Da alcuni anni il Club alpino ha infatti un nutrito gruppo di appassionati di speleologia. Sono loro ad aver scoperto, ispezionato e catalogato un’ottantina di grotte sulla Montagnola.
Per i ragazzi disabili, il Cai organizza escursioni di “montagnaterapia”. Per la cura dell’ambiente si tengono camminate con raccolta dei rifiuti abbandonati nei boschi.
Pochi sanno che è stato il Cai fra i primi attori della riscoperta e valorizzazione della via Francigena e sono stati i suoi soci a tracciare il percorso attuale fra San Gimignano e Radicofani. Ora sono impegnati a manutere i sentieri sulla Montagnola ma ne stanno tracciando anche sul Monte Cetona. Il Cai non è solo svago ma anche impegno per la cura dell’ambiente.
Cai e ambiente. Che cosa è cambiato?
“Fra le missioni statutarie del Cai – risponde il presidente della sezione di Siena, Riccardo Soldati Fratiglioni – c’è da sempre la tutela dell’ambiente. Ma oggi la crisi climatica ci impone un impegno ancora più deciso. Per questo abbiamo organizzato convegni su questo tema, abbiamo allacciato rapporti con i ragazzi del Fridays for future di Greta Thunberg e abbiamo intensificato la collaborazione con le associazioni ambientaliste sul territorio. Quando si parla di ambiente bisogna coinvolgere il maggior numero di soggetti e cooperare per tutelare il mondo in cui viviamo. Dai vertici nazionali del Cai mi attendo un impegno maggiore su questo tema cruciale”.
In ambito locale, sono emerse recentemente critiche accese al modo drastico con cui vengono tagliati i boschi e la vegetazione lungo i corsi d’acqua.
“Il Cai non vuol fare polemiche. Ma un problema esiste e va affrontato con pacatezza e competenze scientifiche. Noi abbiamo invitato gli enti locali e le autorità che devono controllare i tagli che questi rispettino i sentieri perché sono un bene comune da tutelare e perché con i loro frequentatori rappresentano un presidio sul territorio. Le amministrazioni locali devono inserire i sentieri nei loro Piani operativi, preservarli quindi da disboscamenti che possano deturparli”.
Quali sono gli obiettivi futuri del Cai?
“I giovani, diciamo i soci fra i 20 e i 40 anni, sono ancora troppo pochi. Ci impegneremo ad ideare attività ed iniziative che possano attrarre anche questa fascia d’età. Poi stiamo pensando di realizzare una rete di sentieri sul Monte Amiata, come abbiamo fatto sulla Montagnola, e una rete di sentieri nel Chianti e sul Monte Cetona”.
Che relazioni ha il Cai con la società senese?
“La nostra associazione negli ultimi tempi si è molto aperta. I nostri volontari vanno nelle scuole a parlare di tutela dell’ambiente, di rispetto del territorio. Il Cai organizza iniziative con le Contrade e con le associazioni di volontariato e ha avviato buone relazioni con i Comuni, che sostengono con il patrocinio tante nostre iniziative e che ci forniscono un importante supporto”.