Confronto sul tema in Unistrasi tra i rettori e la Rete delle società scientifiche
SIENA. I tagli all’università previsti dalla legge di Bilancio 2025 sono soltanto una parte degli interventi del governo sulla ricerca italiana che portano a un ridimensionamento e alla frammentazione dell’università pubblica. Non si colpiscono in questo modo soltanto gli atenei: si mette a rischio il futuro del Paese, si spinge una generazione di giovani laureati e ricercatori a emigrare, si indebolisce il sistema economico, si impoverisce la cultura, si limita la democrazia. E’ questo il messaggio dell’incontro di ieri all’Università per Stranieri di Siena su “I rischi di ridimensionamento dell’università e della ricerca”, organizzato assieme alla Rete delle Società scientifiche.
In un confronto senza precedenti, i rettori delle Università toscane e di Roma Tre, la Rete che raccoglie 122 Società scientifiche, l’Flc-CGIL, le associazioni di dottorandi, l’Osservatorio sulla precarietà Unistrasi, le assemblee dei ricercatori precari e numerosi docenti hanno discusso gli effetti dei tagli e delle “controriforme” in arrivo – dal precariato ai concorsi, dal diritto allo studio ai favori alle università telematiche private. Ne è emersa l’esigenza di un’azione comune. “Dobbiamo essere uniti per rispondere alle politiche del governo” è stata la tesi di molti interventi.
Credo che il disegno politico che abbiamo davanti – ha sottolineato il rettore Tomaso Montanari – sia perfettamente leggibile. Affamare le università, aumentare il precariato, contrarre l’autonomia, limitare la libertà: per indurre le università a fondersi tra loro, a trasformarsi in fondazioni; ad essere controllate dal capitale privato, e dal potere esecutivo. Oggi parliamo dei rischi di ridimensionamento dell’università e della ricerca. Teniamo ben presente che stiamo parlando dei rischi di ridimensionamento della nostra democrazia, della nostra libertà personale e collettiva. Non siamo qua per difendere questa università, anzi vogliamo cambiarla radicalmente: ma nel senso della Costituzione, non della regressione illiberale e antidemocratica che così evidentemente si sta compiendo. Come hanno scritto le colleghe e i colleghi americani, «è il momento di combattere»”. E, chiudendo i lavori, ha ricordato il motto di Giustizia e Libertà “Insorgere, risorgere”.
Nel documento ‘I rischi di ridimensionamento dell’università e della ricerca’, la “Rete delle Società scientifiche” ha denunciato le rilevanti riduzioni previste nel bilancio del Ministero dell’Università e della Ricerca, con tagli di 247 milioni di euro nel 2025, di 239 milioni nel 2026 e di 216 milioni nel 2027.
La Rete delle Società scientifiche chiede di intervenire su cinque punti: stanziare i fondi necessari per l’adeguamento Istat degli stipendi dei docenti universitari (+4,8% a parziale recupero dell’inflazione); rimuovere dalla legge di Bilancio 2025 il limite del 75% della spesa destinata al rinnovo del turnover del personale che va in pensione; stabilizzare l’importo del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) al livello del 2023 (9,174 miliardi, tenendo conto dell’inflazione); modificare il DDL 1240 sul reclutamento per ridurre la frammentazione delle figure pre-ruolo e le condizioni di precariato dei giovani ricercatori; richiedere alle università telematiche private gli stessi standard di qualità dell’insegnamento delle università pubbliche.
I tentativi di dialogo con il Governo, con i partiti di maggioranza, e la lettera inviata dalla Rete alla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini non hanno ricevuto riscontri.
Al confronto sono intervenuti: Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena; Mario Pianta, presidente della Società Italiana di Economia; Rocco De Nicola, presidente del Gruppo 2003; Maria Luisa Meneghetti Accademia Nazionale dei Lincei, Commissione Università; Gianna Fracassi, segretaria generale Flc-CGIL; Davide Clementi, Associazione Dottorandi Italiani; Orlando Paris, Osservatorio Unistrasi sulla precarietà e ARTED; Gianfranco Bocchinfuso, Rete 29 aprile; Alberto Baccini, Università di Siena e Redazione Roars; Roberto Di Pietra, rettore dell’Università di Siena; Riccardo Zucchi, rettore dell’Università di Pisa; Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; Alessandra Petrucci, rettrice dell’Università di Firenze, Guglielmo Meardi, preside della Classe di scienze politico-sociali della Scuola Normale Superiore; Pietro Cataldi, Unistrasi; Alice e Federica di Assemblea Precaria Pisa; Coordinamento del Precariato Universitario (CPU); Claudia Faleri, Unisi, associazione di giuslavoristi “Labour Law Community”; Silvia Antosa, Unistrasi.