In piazza molte persone ma in qualche caso troppo vicine
di Augusto Mattioli
SIENA. Questa mattina (29 aprile) circa duecento ristoratori di Siena hanno consegnato al sindaco De Mossi le chiavi del loro esercizi a testimonianza delle loro difficoltà dopo la chiusura di bar e rsitoranti decisa dal governo lo scorso 11 marzo. Al sindaco è stato anche consegnato un documento nel quale i ristoratori fanno una serie di proposte per rendere meno pesante la loro situazione. E’ stato chiesto a De Mossi di recapitarlo sia al presidente della Regione Enrico Rossi sia al presidente del Consiglio Conte.
“Siamo ben consapevoli – si legge nel documento – del fallimento della stagione estiva alle porte, che, facendo stime ottimistiche, sarà dimezzata. La fase due, la ripartenza (o per meglio dire, la sopravvivenza) avrà senso se avremo gli aiuti necessari per arrivare alla fine di questa situazione e poterci rialzare”. Per questo al sindaco gli operatori hanno chiesto “come ufficiale di governo“ di farsi portavoce presso il Governo e la Regione toscana dei problemi della categoria.
In particolare, propongono la creazione di protocolli di sicurezza, il prolungamento della cassa integrazione in deroga, la concessione di un credito di imposta ai locatori per i canoni di affitto non pagati dai locatari, estensione della cedolare secca ai contratti commerciali agevolati, liquidità a fondo perduto per le aziende, rateizzazione dei contributi sospesi fino a dodici mesi, abolizione dei costi fissi sulle utenze.
“Queste chiavi che mi avete consegnato – ha sottolineato il sindaco – le farò avere al presidente del Consiglio Conte, al quale farò presenti le vostre difficoltà e le vostre richieste. Il settore della ristorazione non può essere penalizzato in questo modo. Nessuno pretende che non ci siano delle prescrizioni ben precise, ma allo stesso tempo – ha sottolineato De Mossi – ci vuole chiarezza e puntualità, perché c’è il rischio che molte attività di eccellenza chiudano per l’inattività che c’è stata fino ad oggi. Nessuno sottovaluta il virus ma allo stesso tempo noi pensiamo che siano necessari provvedimenti tali da consentire una prima fase la ripresa e dopo l’apertura perfetta da parte degli esercenti”.