SIENA. A fronte del grande rilievo della notizia e del grande rilievo mediatico della perquisizione di questa mattina presso la sede di Fi.Se.S. S.p.A. e della notifica di un’ordinanza interdittiva di sospensione per due mesi dall’ufficio direttivo del suo Direttore, si ritiene necessario far sentire fin da subito, contro la nostra abitudine, la voce della difesa, in questo caso doverosa.
Il nostro assistito nega fermamente e decisamente ogni accusa: il fulcro dell’ipotesi accusatoria si fonda su due operazioni di finanziamento – asseritamente “mezzo” della paventata corruttela – che sono totalmente e perfettamente regolari, rispettose dei regolamenti interni di Fi.Se.S. e verificate in ogni loro aspetto.
Si contesta dunque con decisione che si possa prospettare un grave reato come la corruzione, a nostro avviso totalmente insussistente, e intendiamo dimostrare quanto prima la piena innocenza del nostro assistito.
A ciò aggiungiamo che da tempo insieme al nostro assistito abbiamo inutilmente comunicato e offerto agli inquirenti la piena disponibilità a fornire chiarimenti su qualsiasi aspetto fosse ritenuto meritevole di approfondimento: ciò non ci è stato permesso e questo aggiunge ulteriore amarezza per un provvedimento che riteniamo ingiusto e contro il quale ricorreremo nelle sedi designate.
Peraltro, fermo restando la totale liceità – a nostro avviso – dell’operato di Davide Rossi, il valore economico delle condotte contestate è di una esiguità disarmante (si contesta uno stralcio di mille euro su un rientro di poco più di quarantaduemila euro e l’erogazione di un finanziamento del tutto regolare di quarantamila euro ad altro cliente), certamente del tutto sproporzionata rispetto all’enfasi dedicata alla vicenda, specie in un momento così delicato e critico per il Paese in relazione all’attività di erogazione del credito e di sostengo alle imprese.
Avvocati Enrico de Martino e Lorenzo de Martino