
di Augusto Mattioli
SIENA. Questa mattina si sono presentati davanti al Gip Ilaria Cornetti cinque dei dodici indagati dell’inchiesta Hidden Partner, per i quali la Procura della Repubblica di Siena aveva chiesto misure coercitive e interdittive e accettate dai Gip. Quattro dei cinque indagati hanno scelto – secondo quanto è previsto dalla legge – di avvalersi della facoltà di non rispondere. Anche perché i vari avvocati difensori hanno fatto presente che devono prendere in esame l’impianto accusatorio, che emerge dalle circa 20 mila pagine dell’inchiesta. Solo uno, il vigile urbano Andrea Draghi ha scelto di poter raccontare la sua versione in merito all’accusa di cui deve rispondere. Cioè quella di avere favorito Vincenzo Del Regno, altro imputato in questa inchiesta, al quale – secondo gli inquirenti – aveva chiesto un intervento sul comandante della municipale Cesare Rinaldi per evitare il trasferimento in un altro ufficio in cambio consentendo allo stesso Del Regno di entrare nella Ztl senza permesso. Insomma ci sarebbe stato uno scambio di favori. Un episodio marginale rispetto all’inchiesta principale. Ha sottolineato il suo legale Remo Alsisi. “Sono stati compilati dei permessi per la ztl on line per i disabili che poteva fare chiunque. C’è un grandissimo fraintendimento Il mio assistito ha risposto, ha ricostruito la vicenda. Si parla di tre permessi. Non ha fatto nulla di contrario a quello che riguardava il suo ufficio. Per essere dei corrotti bisogna avere fatto qualcosa”. Intanto però è stato sospeso per due mesi, una misura di cui il suo legale ha chiesto la revoca.
Il primo a presentarsi davanti a Cornetti è stato Cataldo Staffieri, per il quale i legali Roberto Inches e Matteo Forconi hanno chiesto la revoca della misura interdittiva, una sospensione di ben nove mesi dal lavoro. Staffieri, all’uscita dall’udienza, non ha ovviamente rilasciato dichiarazioni, lasciandosi sfuggire solo un “dopo trent’anni di lavoro…”.
“Sulla nostra richiesta il giudice si è riservato di decidere, mentre la procura ha dato parere sfavorevole – ha sottolineato Inches, che ha aggiunto in merito all’inchiesta -. Ovviamente riteniamo di avere svolto attività di gestione dell’impresa in maniera del tutto lecita. L’ipotesi di reato ci trova abbastanza sorpresi”.
Quindi è stato il turno dell’amministratore della società Sielna Constantin Maxim, difeso da Fabio Pisillo, sospeso dal suo incarico per quattro mesi. “Ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere per avere il tempo di esaminare gli atti e valutare le iniziative da prendere rispetto al provvedimento interdittivo”, ha spiegato il legale. Stessa linea di attesa anche quella scelta dagli altri due imputati Massimo Guasconi, presidente della Camera diCommercio di Siena e di Arezzo, visibilmente scosso dall’inchiesta che lo vede coinvolto, sospeso per sei mesi (il presidente si era subito autosospeso) e per Vincenzo Del Regno, giudice della Corte dei conti toscana, ambedue difesi dallo studio legale De Martino. “A tutt’oggi – ha sottolineato Enrico De Martino – non abbiamo potuto leggere gli atti, circa 20 mila pagine.” Il legale alla domanda se Guasconi avesse ricevuto comunicazioni ufficiali di essere sotto inchiesta ha precisato: ”Questo è il primo atto che riceve”.