Ne parla un giovane dottore impegnato in questo servizio
a cura di Augusto Mattioli
Notturni, sabato e domenica diurni e notturni. Il giovane medico che risponde alle nostre domanda fa una vita faticosa, avendo il ruolo di guardia medica (quella che lavora quando il medico di famiglia non c’è). Un ruolo delicato, soprattutto in questo periodo in cui le persone, rispetto all’epidemia, devono essere rassicurate e tranquillizzate. Per i giovani medici un inizio di carriera impegnativo. Che parte dei test per essere ammessi alla facoltà di medicina, poi il corso di studio, poi la laurea (che oggi, con l’epidemia, è stata resa abilitante) e quindi la specializzazione. “Purtroppo – sottolinea il medico – per averla ci sono pochi posti disponibili, rispetto al numero degli aspiranti specializzandi”.
Cosa fa la guardia medica?
E’ un presidio che è disponibile per servizi notturni e il sabato e la domenica diurno e notturni.
In questo periodo di epidemia come sono gli interventi?
Sono più o meno uguali a quelli di prima, anche perché la popolazione ha compreso le difficoltà del lavoro del medico in questo periodo,chiamando per cose che effettivamente sono di ausilio per il paziente. Se presenta più sintomatologie come febbre da 37,5, tosse, mal di gola, problemi respiratori ed altre sintomatologie parainfluenzali, vengono poste domande specifiche al paziente e, nel caso in cui si sospettasse un paziente Covid, si mette in contatto con ufficio igiene per eseguire tamponi. I medici di famiglia fanno anche questo. Loro stanno facendo un grande lavoro perché si prendono in carico pazienti, che, non potendosi recare all’ospedale per patologie specialistiche, si troverebbero in difficoltà nella cura di alcune malattie, in particolare di quelle croniche o della popolazione più anziana.
Mai avuto contatti con chi ha problemi con il Covid?
Ho parlato con paziente Covid che aveva avuto contatti per motivi lavorativi in Lombardia. Per quanto riguarda il Covid in questo periodo sono state istituite dal Governo le Usca, unità speciali di continuità assistenziali, che sono di supporto ai medici di famiglia e hanno il compito di seguire i pazienti che sono affetti da Covid.
Si parla molto della mancanza di medici specializzati…
Il problema della specializzazione sta in questo: il prossimo luglio ci saranno 22mila aspiranti specializzandi con solamente 8900 borse. Gli altri non entreranno e non avranno la possibilità di formarsi nella specializzazione. Se questa esclusione non fosse ridotta o azzerata del tutto, è previsto che in futuro mancheranno specialisti come chirurghi, pediatri, anestesisti, ortopedici ecceteera.
Per quale motivo siamo in questa situazione?
In pratica mancano i soldi per finanziare le borse da parte del Ministero dell’università e ricerca